La polveriera Forza Italia nel Varesotto: c’è chi contesta il commissario Caliendo

Gallarate Caliendo Forza Italia

VARESE – Una polveriera. Pronta a esplodere o implodere. Sono in tanti, dentro Forza Italia, a descrivere in tal modo il partito di Berlusconi in provincia di Varese. Del resto c’è chi ha manifestato poca fiducia nel mandato del commissario Caliendo, chi ha storto il naso davanti alla scelta di mandare Gigi Farioli a Gallarate per ricostruire il partito e chi, nonostante le sue siano parole di condivisione e di pace, fa la guerra al neo vice commissario Giuseppe Taldone. Senza dimenticare che sulla situazione provinciale pesa sempre il livello nazionale, tanto che lo strappo del governatore ligure Toti non ha certo lasciato indifferenti gli azzurri. E che gli scossoni, anche se non così evidenti, ce ne sono da Varese fino a Busto Arsizio.

La sfiducia a Caliendo

Nessuno al momento ha avuto la forza di mettere nero su bianco la sfiducia al commissario. Ma in tanti, per ora nelle chat e nel dibattito interno, hanno lanciato messaggi in tal senso. La poca presenza e non conoscenza del territorio, il fatto di essersi affidato ad alcuni senza ascoltare gli altri e la doppia scelta Farioli a Gallarate e Taldone vice commissario, ha destato più di una perplessità. E qualche critica pesante nei confronti di chi, Giacomo Caliendo, appena sbarcato a Varese ha detto di voler scindere in maniera inequivocabile Forza Italia come partito da Agorà, che è e resta un’associazione culturale, fondata da Nino Caianiello. E il primo atto messo in pratica da questa distinzione, raccontano in Forza Italia, è stato quello di far togliere tutte le bandiere dalla sede azzurra provinciale di via Carrobbio, riconosciuta come la casa dei forzisti, ma in realtà in carico (affitto e utenze) ad Agorà.

Predica la pace, ma gli fanno la guerra

C’è chi ha letto la nomina di Taldone come un segnale di vicinanza nei confronti del territorio. Non in tanti, ma c’è chi la vede così. Lui di questo non se ne cura, poiché dice che «è il momento di ritrovare la compattezza, di remare tutti nella medesima direzione. Non è il momento delle divisioni.  E’ tempo di far tornare a essere Forza Italia quel partito capace di fare sintesi e dare risposte concrete ai moderati». Insomma predica pace. Ma gli fanno la guerra. Poiché in questo momento la dialettica aperta è tra il recente passato e l’input di andare oltre.

Anime, correnti e forzisti solitari

Mai come oggi il partito è sgretolato in mille pezzi. Macerie ancora sotto il medesimo tetto che però resiste. E sotto il quale ci sono: gli esponenti di Agorà, che hanno perso il loro punto di riferimento (Caianiello), ma continuano ad avere una rete di amministratori e militanti, che non è parallela al partito, ma, soprattutto in alcune zone territoriali, continua a essere il partito. Ci sono gli azzurri che fanno riferimento a Massimiliano Salini, il nuovo coordinatore regionale forzista, che sul territorio, soprattutto nel sud della provincia, sotto la regia di Pietro Zappamiglio sta tessendo fila e rapporti con il mondo di Comunione e Liberazione, ma non solo. Ci sono poi i Popolari di Cattaneo, ovvero quella parte di Cl ancora legata al vecchio leader, che in molti dicono (salvo eccezioni) essere ormai quasi tutta concentrata a Varese. E ancora. C’è un pugno di forzisti “sparsi” che non sono omologabili tra queste sfumature. E potrebbero esserci anche “cavalli di ritorno”: quelli di Insieme e Futuro ad esempio. A tal proposito c’è chi vocifera di un incontro tra alcuni uomini di Luca Marsico e il commissario Caliendo avvenuto qualche giorno fa proprio a Varese. Motivo? Ragionare su un ritorno in Forza Italia.
E infine ci sono gli azzurri colpiti dai provvedimenti giudiziari dell’inchiesta Mensa dei poveri. Molti di loro sospesi dal partito, ma che potrebbero chiedere di essere riammessi ora che le disposizioni restrittive sono state revocate. Rispetto ai quali il vice commissario Taldone frena: «Innanzitutto devono ancora chiudersi le indagini. Inutile prendere decisioni sui tanti rumors che ci sono e sulla base delle notizie che si leggono sulla stampa. Poi, una volta chiusa la vicenda sotto il profilo giudiziario, bisognerà capire cosa davvero è accaduto e, qualora verranno appurate, quali sono le responsabilità personali. Infine, non dimentichiamolo, c’è sempre un commissario di altissimo profilo che darà indicazioni».

Forza Italia Caliendo Commissario – MALPENSA24