Rallenta l’industria nell’Alto Milanese. Pesa il rincaro delle materie prime

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LEGNANO – Nel terzo trimestre dell’anno, la congiuntura del comparto industriale nell’Alto Milanese ha registrato un rallentamento, dovuto in parte alla pausa estiva. La produzione è risultata in calo in tutti i settori, come il fatturato e le scorte di prodotti finiti. È quanto si evince dalla indagine congiunturale sull’industria locale svolta dal Centro Studi di Confindustria Alto Milanese su un campione chiuso di imprese fra le 434 associate.

Continua a preoccupare la dinamica delle materie prime, che restano care e con incrementi che solo in parte le imprese sono riuscite a trasferire sui prezzi di vendita, con conseguente erosione dei margini aziendali e riduzione della capacità di autofinanziamento. Il flusso di nuovi ordinativi presenta un segno negativo, sia nella componente estera sia in quella interna. Sostanzialmente stabili i livelli occupazionali.

Senza effetto le ultime mosse della Bce

Per quanto riguarda gli investimenti, per il prossimo semestre il campione è diviso a metà tra chi ha programmato spese in conto capitale e chi invece non le ha pianificate. Una dinamica che resta invariata rispetto alla scorsa rilevazione, nonostante gli aumenti dei tassi d’interesse praticati dalla Bce. Le prospettive a breve termine sull’andamento delle vendite sono sfavorevoli. Con riferimento ai prossimi sei mesi, il 27,5% delle aziende del campione si attende un incremento del fatturato (era il 33% nella passata indagine), il 45% un consolidamento, e un’azienda su quattro un abbassamento.

Il clima di fiducia resta quindi improntato alla cautela. Pesano la frenata del commercio internazionale, le tensioni di natura geopolitica alimentate dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e l’incertezza politica sia interna sia internazionale. Tutto questo rende difficili le condizioni di ripresa.

L’andamento per settori

Meccanico. Trimestre con produzione industriale e fatturato in leggera contrazione. Il portafoglio ordini ha visto un freno sia delle commesse provenienti dall’estero sia degli ordinativi interni. In aumento rispetto alla scorsa indagine congiunturale la quota di aziende (50% del campione, in linea con il trend generale) che ha previsto investimenti in macchinari e impianti nel breve periodo. L’aspettativa sul fatturato è positiva solo per il 6% delle aziende, stazionaria per oltre il 38%, mentre il 56% del campione pensa a un calo. Resta uguale l’occupazione.

Tessile-abbigliamento e calzaturiero. L’analisi ha evidenziato un lieve indebolimento della produzione industriale, anche per motivi di stagionalità, e una flessione del fatturato e del livello delle scorte. In peggioramento il flusso di nuovi ordinativi italiani ed esteri. In salita i costi delle materie prime impiegate nel processo produttivo, che le imprese sono riuscite solo in parte a trasferire sui listini prezzi. Nonostante le tensioni sulla marginalità, la richiesta di credito bancario è sensibilmente aumentata. Nel prossimo semestre si prevede una sostanziale stabilità del fatturato, oltre a una maggiore propensione a effettuare nuovi investimenti.

Lavorazione materie plastiche e chimico. La produzione industriale è risultata indebolita, così come il grado di utilizzo degli impianti. Il fatturato e il portafoglio ordini, soprattutto esteri, sono diminuiti. Si sono alzati i costi delle materie prime, anche se in misura minore rispetto ai periodi precedenti. Le previsioni di fatturato per i mesi a venire si confermano buone nel 36% dei casi, anche se di minor intensità rispetto al periodo precedente (era il 40%). Si mantiene cauta la volontà a effettuare nuovi investimenti, in programma per il 43% delle aziende, in linea con l’ultima rilevazione.

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