Dal restauro del campanile dono a Varese: un leone del Bernascone riprodotto in 3d

VARESE – Diventano nove i “guardiani del campanile” di Varese. Agli otto mascheroni in pietra che raffigurano volti di leoni raffigurati ai lati dell’orologio del Bernascone se ne affianca ora un nono, realizzato in stampa 3d. Sarà visibile facilmente da tutti i varesini: è stato posizionato oggi, mercoledì 14 dicembre, di fianco all’ingresso della Basilica di San Vittore (nella foto il momento di inaugurazione). Un regalo alla città nell’ambito dei lavori di restauro della storica torre.

Regalo per Varese

A due anni dall’inizio del cantiere che ha riportato all’antico splendore la torre campanaria simbolo della città, parrocchia e restauratori hanno deciso quindi di donare l’occasione di vedere più da vicino una delle meraviglie che adornano il Bernascone. A tutti i varesini basterà dunque passare di fianco alla basilica per poter ammirare da una prospettiva nuova una copia di uno dei mascheroni in pietra posti sul campanile più imponente di Varese, costruito nel 1617 su progetto di Giuseppe Bernascone, uno dei maggiori architetti dell’epoca. La testa di leone è stata realizzata in stampa 3d a grandezza reale. «Con il restauro del campanile – ha spiegato il prevosto di Varese, monsignor Luigi Panighetti – abbiamo ritenuto che uno degli elementi più particolari del Bernascone potesse essere offerto alla città con una visione più ravvicinata e quindi è stato realizzato questo duplicato».

Il nono guardiano

Nel riportare la struttura all’antico splendore, gli elementi che più hanno impressionato gli addetti ai lavori sono state proprio le imponenti teste di leone che attorniano gli orologi del campanile. «Durante i lavori – ha aggiunto il prevosto – siamo rimasti tutti colpiti da questi decori assolutamente originalissimi». Otto monoliti unici di granito grigio posti a circa 60 metri da terra, quasi a svolgere un ruolo di “Guardiani della città”, che stupiscono per l’imponenza della scultura. Per condividere una tale meraviglia e mostrarla più da vicino è nata quindi l’idea di riprodurne una, realizzando un modello 3d. «Un’ulteriore iniziativa di valorizzazione dell’opera di restauro intrapresa dalla parrocchia – ha commentato il sindaco Davide Galimberti – che consente di valorizzare al meglio questa straordinaria opera che è presente nel cuore della città. Un esempio di come le tecnologie aiutano la conoscenza e ad apprezzare il valore monumentale di un bene come questo».

Uno degli otto leoni di pietra “guardiani del campanile”

Un’opera “a tempo”

La struttura del modello è in materiale plastico, ma la texture e la decorazione superficiale sono realizzate con materiali “ad invecchiamento programmato”, cioè deperiranno con il tempo in relazione al periodo di esposizione e all’aggressività ambientale. Per i “Guardiani del Campanile”, che già diversi anni fa hanno richiesto la messa in sicurezza, su alcuni dei modellati, con ghiere metalliche, attualmente si è dato seguito a interventi su piccole scagliature dovute alla scistosità della pietra, erosioni e distacchi. Il modello realizzato in 3d è destinato a deperire molto più velocemente dei leoni originari, ma aiuta a comprendere quanto la manutenzione, eseguita con controlli e cure costanti, sia ineludibile e ineliminabile se si vuole davvero conservare ciò che ci proviene dal passato.

Come è nata la riproduzione

Ad illustrare il procedimento per la realizzazione della riproduzione in 3d è stato Emilio Paccioretti, presidente di Psfactory, agenzia con cui la parrocchia e la ditta Gasparoli (che ha svolto i lavori sul campanile) hanno deciso di collaborare per realizzare l’opera. Con gli sponsor tecnici – Lati Industria Termoplastici S.p.A. e Randaplast srl – il piano di lavoro si è realizzato, a cura di Psfactory, partendo dalla scannerizzazione e progettazione. È la prima operazione svolta per riprodurre un’opera in tutte le sue dimensioni con un risultato sia fotografico che grafico e matematico. La fase successiva ha riguardato la scelta e la produzione dei granuli di un materiale plastico di alta malleabilità e di lunga conservazione. Dai granuli si è passati al filamento necessario alla stampante 3d per riprodurre il leone. Fatte le dovute prove si è proceduto alla riproduzione in scala 1:1 della testa di leone, con una stampante 3d di grandi dimensioni. Una volta ottenuta la scultura, formata da 8 parti incollate insieme, è stato realizzato l’ultimo passaggio: l’intervento decorativo ad imitazione della pietra. Con tecnica artistica e manuale sono stati riprodotti il colore e le venature della pietra originale, dando vita a una vera e propria scultura tecnologica (nella foto sotto).

L’iniziativa raccontata

Nei pressi dell’opera 3d è è posizionato un banner che racconta l’iniziativa dall’ideazione alla realizzazione. Per scoprire passo passo l’interessante percorso che ha portato alla realizzazione di questa riproduzione basterà inquadrare con lo smartphone un qr code che rimanda ad un video in grado di svelarne tutti i segreti. Nel frattempo prosegue il cantiere per i lavori di rifacimento del tetto della Basilica di San Vittore. Entro un mese e mezzo saranno completati, poi per il futuro l’ipotesi potrebbe essere quella di un progetto sulle facciate. La parrocchia in tal senso sta facendo delle valutazioni con l’ufficio di curia.