Aumentano i tassi di interesse: il ricorso al credito delle imprese varesine diminuisce

VARESE – Con l’obiettivo di frenare l’inflazione nell’ultimo anno l’Europa ha innalzato i tassi d’interesse: scelta che ha prodotto sul fronte creditizio alcune importanti conseguenze. Il risparmio in provincia di Varese, che nei dodici mesi precedenti aveva mantenuto un trend in crescita, al 31 marzo di quest’anno registra un’inversione di tendenza: sul territorio i depositi bancari scendono a 25 miliardi e 954 milioni, registrando un calo del 2,9% rispetto allo stesso trimestre 2022. I dati sono diffusi dalla Camera di Commercio (nella foto sopra la sede di Varese).

Depositi in calo

La diminuzione dei depositi è molto evidente per le imprese che, sempre al 31 marzo, fanno registrare un calo del 6% rispetto sia al dicembre 2022, sia allo stesso periodo dell’anno precedente. Per le famiglie invece la diminuzione rilevata nel confronto con marzo 2022 è pari al 3.4%. Parallelamente decrescono anche i prestiti, che si attestano a 19 miliardi e 790 milioni (-2% rispetto al dato di marzo 2022). Analizzando nel dettaglio la domanda di credito, si rileva che le imprese contribuiscono in modo importante alla diminuzione: infatti, se i prestiti alle famiglie registrano valori ancora in aumento rispetto a marzo 2022 (+1,8%), quelli alle aziende calano sensibilmente (-6.4%), raggiungendo il valore minimo degli ultimi cinque anni con 6 miliardi e 586 milioni di euro.

Meno ricorso al credito

In conseguenza a ciò, la maggior parte delle imprese artigiane (55,5%) e una buona quota di quelle industriali varesine (37,7%) non ha fatto ricorso al credito. È questo uno dei dati che emerge da un’analisi sul sentiment delle aziende in materia finanziaria che è stata condotta da Unioncamere per l’Ufficio Studi e Statistica di Camera di Commercio Varese, interpellando direttamente oltre 150 imprese industriali e 120 artigiane attive sul territorio. Nell’ultimo anno solo il 26% delle imprese industriali ha aumentato l’esposizione finanziaria a breve (11%) e a lungo periodo (15%). Inoltre l’indice di indebitamento inferiore a 1 della maggior parte delle imprese industriali (62%) fa presupporre che le aziende varesine stiano limitando gli investimenti, soprattutto con fonti esterne, preferendo quelle proprie. All’origine di tale scelta c’è appunto l’aumento significativo dei tassi di interesse e dei costi dei finanziamenti.

Condizioni peggiorate

Entrando nel merito dell’indagine qualitativa, si coglie come la valutazione delle imprese industriali sulle condizioni di accesso al credito nel primo trimestre 2023 evidenzi un peggioramento delle condizioni per gli elevati tassi applicati e il costo complessivo dei finanziamenti. Quanto alle imprese artigiane, l’atteggiamento è sostanzialmente identico, soprattutto in merito all’offerta di strumenti finanziari e alla quantità di credito erogabile, con un analogo peggioramento delle condizioni del finanziamento. Per quanto riguarda invece il ricorso al credito le principali motivazioni delle imprese varesine di entrambi i comparti produttivi appaiono corrispondenti a quelli di un’analoga ricerca svolta sul piano regionale: le aziende lo utilizzano in riferimento agli investimenti produttivi e alla liquidità di cassa.

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