Rivolta al Beccaria di Milano, la miccia è stata un controllo antidroga

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Il carcere minorile Beccaria di Milano

MILANO – Un giovane detenuto finito in isolamento a seguito di un controllo antidroga e del sequestro di stupefacenti, sarebbe stato il “movente” di una rivolta scattata questo pomeriggio, 29 maggio, nel carcere minorile Beccaria di Milano. La protesta, sedata in poco meno di un’ora e senza gravi conseguenze, avrebbe ora come conseguenza il trasferimento di alcuni giovani detenuti che hanno dato il via alla protesta.

La protesta in cortile

Sarebbe iniziato tutto con l’arrivo dei cani antidroga, fatti entrare nelle celle alla ricerca di droga, che avrebbero trovato, intorno alle 15.30 di oggi, a dare il via alla rivolta dei detenuti del carcere già finito nel mirino della cronaca per presunti abusi da parte di alcuni agenti della penitenziaria, le scorse settimane. Circa una cinquantina di giovani detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella, bloccando il cortile della struttura e rifiutandosi di seguire le direttive della Penitenziaria.

A quel punto la direzione del carcere ha chiesto l’intervento della Questura di Milano, che ha inviato sul posto decine di agenti e pattuglie a presidio del perimetro esterno del carcere, per evitare evasioni. A confermare l’accaduto sono stati sia i sindacati di categoria che don Gino Rigoldi, storico cappellano del Beccaria: “Oggi c’è stata una visita con i cani antidroga, allora è scattata la protesta – ha spiegato – sono sempre tre o quattro che fomentano, si fanno forza dicendosi ‘siamo un popolo oppresso’ e gli altri gli vanno dietro”. A quanto riferito dal religioso che da decenni segue progetti per il recupero dei giovani detenuti, “una parte di coloro che hanno fatto partire la protesta ora sarà trasferita”.

Il Sappe: situazione fuori controllo

“La situazione è molto grave – ha denunciato Alfonso Greco, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe – mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione della Giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere al Beccaria tutelando gli Agenti di Polizia Penitenziaria che vi prestano servizio”. Il Segretario Generale del Sappe Donato Capece giudica la condotta dei detenuti in rivolta “irresponsabile e gravissima. Sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che la situazione al Beccaria è sempre ad alta tensione. Alla teoria di chi parla di carceri conoscendoli poco, ossia dalla parte della Polizia Penitenziaria, vogliamo rispondere con la concretezza dei fatti. Che parte da un dato incontrovertibile: la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni”.

“I problemi del carcere sono reali, come reale è il dato che gli eventi critici nei penitenziari sono in aumento – ha proseguito – è sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”. “Va però sostenuto con forza e ribadito – conclude Capece – che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il Sappe, è più complessa e problematica di quello che si immagina”

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