Salme esumate da cimitero in Calabria, arrestato agente di Polizia Locale di Cerro

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LEGNANO – C’è anche un agente della Polizia locale in servizio a Cerro Maggiore e residente a Legnano fra gli arrestati nell’operazione Aeternum messa a segno oggi, venerdì 15 settembre, nelle province di Milano e di Reggio Calabria dai Carabinieri del Comando Provinciale reggino. Le indagini hanno portato a 16 arresti, di cui 4 in carcere e gli altri (compreso l’agente cerrese) ai domiciliari, oltre a ben 70 indagati e al sequestro di un’area cimiteriale e imprese funebri.

Gli arrestati – cinque medici legali, quattro imprenditori di imprese funebri, tre agenti di polizia locale, due custodi di cimitero, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Cittanova e un sacerdote – sono accusati a vario titolo dalla Procura di Palmi in quanto ritenuti coinvolti in operazioni illecite celate dietro la regolare gestione del cimitero comunale di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria.

Scoperta gestione parallela al Comune

L’operazione, che sembra la trama di un film dell’orrore, ha preso le mosse dalla denuncia presentata nel dicembre del 2018 da un cittadino di Cittanova che si era accorto del fatto che, all’interno del tumulo di un proprio caro estinto, era stata abusivamente inserita una seconda salma. L’attività d’indagine ha permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla “gestione in esclusiva” degli affari cimiteriali nel comune di Cittanova. Al vertice dell’associazione vi sarebbero i quattro ora in carcere, ossia l’ex custode del cimitero, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri.

Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro avrebbero creato una gestione parallela a quella del Comune e, sostituendosi a quest’ultimo, avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per fare posto a nuove sepolture. Il tutto per accaparrarsi gli affari del mercato funerario locale.

Sempre in base alla ricostruzione compiuta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, il sistematico condizionamento dei servizi cimiteriali sarebbe desumibile dalla capacità dei promotori del sodalizio criminale di impossessarsi di quanto versato dai cittadini come imposte relative alla tumulazione dei defunti. Dopo aver ricevuto in più occasioni tali somme in ragione del servizio pubblico esercitato, l’ex custode del cimitero se ne sarebbe appropriato, non versandole nelle casse pubbliche cui erano destinate. 

Sequestrati beni per 4,5 milioni

L’intero sistema criminale si reggerebbe poi su una serie di omessi controlli e falsi in atti pubblici commessi da professionisti pubblici che avrebbero fatto in modo che il sodalizio preservasse la primazia nel settore delle onoranze funebri, rendendo possibile l’arbitraria assegnazione dei loculi e l’abusiva appropriazione dell’importo che i familiari dei defunti pagavano per tasse e tributi cimiteriali.

Gli agenti di Polizia Locale coinvolti sono il comandante facente funzione della Polizia Municipale di Cittanova, all’epoca dei fatti vice comandante responsabile del servizio di polizia mortuaria, e due vigili, uno ancora in servizio presso il Comando locale e l’altro nel frattempo diventato funzionario di PL a Cerro Maggiore.

Sono state sottoposte a sequestro preventivo le due imprese di onoranze funebri coinvolte nelle indagini, nonché parte del patrimonio degli arrestati frutto delle condotte illecite e l’area del cimitero di Cittanova interessata dalle estumulazioni illegali. Il valore dei beni sottoposti a sequestro ammonterebbe a 4,5 milioni di euro. Da ultimo, al vaglio degli inquirenti resta la posizione di decine di indagati che, a vario titolo, avrebbero preso parte alle condotte degli arrestati, pur senza prendere parte all’associazione delittuosa contestata a quattro di questi ultimi.

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