SAMARATE – «La loro memoria vive nella nostra storia. A loro dobbiamo al libertà di oggi, che si esprime nei principi della costituzione». Sono le parole del sindaco di Samarate, Enrico Puricelli, che oggi – 6 gennaio – ha reso omaggio ai cinque partigiani, poco più che ventenni, che il 5 gennaio del 1945 persero la vita a Ferno per mano dei fascisti. Al suo fianco, il primo cittadino fernese Sarah Foti per celebrare questa tragica ricorrenza – nota come l’Eccidio dei cinque martiri – giunta al suo 78esimo anniversario.
Il ricordo di Samarate
Nino Locarno, Dante Pozzi, Claudio Magnoli, Silvano Fantin e Paolo Salemi. Cinque nomi che oggi risuonavano nel silenzio del cimitero di Verghera per la deposizione della corona, ripetuto poi a Ferno. «Oggi ricordiamo il messaggio che ci hanno lasciato con il loro sacrificio», ha detto Puricelli. «Dobbiamo al nostra libertà a loro, che hanno combattuto – chi cadendo, chi sopravvivendo – in quella terribile guerra». E ancora: «Il rispetto della Resistenza è riconoscere la natura anti-fascista della costituzione, che alimenta la legalità e conserva il ricordo di un passato che si traduce nel rispetto quotidiano del mondo e delle persone». Ha poi concluso: «I diritti e le libertà di cui godiamo oggi sono nati in quel tempo, quando c’era chi si ribellava alla violenza e all’oppressione». Fino al ricordo di Carla Locarno: samaratese, partigiana e sorella di Nino. Ma anche cittadina benemerita, scomparsa nel 2020: «Sarà sempre ricordata come testimonianza di pace».
Testimoni di libertà
Poi, la cerimonia si è spostata a Ferno. Prima il corteo, poi il ritrovo in sala consiliare, dove Foti – come Puricelli – ha omaggiato Carla Locarno come «simbolo di testimonianza, per non dimenticare». Fino al discorso rivolto direttamente ai giovani presenti delle scuole: «Il concetto, in questo momento di riflessione, sta nella volontà di onorare la memoria dei martiri e dell’insegnamento che ci hanno lasciato: siate anche voi testimoni di libertà, dobbiamo esserlo tutti»