Cub contro la esternalizzazione del nido di Samarate: «Educatrici preoccupate»

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SAMARATE – Qual è il futuro delle educatrici dell’asilo nido comunale di Samarate? Perché non se ne vuole parlare con le dirette interessate? Forse perché, per loro, non si prefigura una buona prospettiva? Domande dirette, senza mezzi termini, quelle poste dal Cub pubblico impiego di Varese sul futuro del Nidondolo. I sindacalisti si rivolgono ora direttamente al sindaco Enrico Puricelli e al consigliere delegato al Bilancio Leonardo Tarantino. Già, perché «hanno confermato pubblicamente quella che finora era solo un’ipotesi: la giunta comunale intende procedere all’esternalizzazione dell’asilo nido comunale e probabilmente di altri servizi». Anche l’assessore all’Istruzione, Linda Farinon, durante l’ultimo consiglio comunale è intervenuta su questo tema sensibile: «Il nido, per noi, è una priorità. E posso garantire che sono in fase di valutazione tutte le soluzioni possibili, sulla base anche di strumenti utilizzati dai Comuni limitrofi». Ora i sindacati cercano chiarimenti:  «Abbiamo chiesto un incontro urgente al sindaco e al consigliere. Ma non ha fatto seguito alcuna risposta».

Un incontro? «Nessuna risposta»

La prima accusa del Cub riguarda la «totale mancanza di informazione e coinvolgimento della Rsu, dei lavoratori e dei genitori», scrivono in una nota. E a partire dal «comprensibile disagio e preoccupazione delle operatrici del nido», hanno fatto richiesta – «su loro mandato (delle educatrici, ndr)» – di incontrare il primo cittadino e l’onorevole Tarantino, «con una pec inoltrata ormai un mese fa». E aggiungono: «Non ha fatto seguito alcuna risposta, dimostrazione di arroganza e mancanza di rispetto nei loro confronti e del sindacato che le rappresenta: è inaccettabile».

«Trasparenza zero»

Secondo gli amministratori, proseguono i sindacalisti, l’esternalizzazione sarebbe una scelta obbligata derivante dalle restrizioni imposte della normativa nazionale, che stabilisce le facoltà assunzionali dei Comuni sulla base del
rapporto tra spese di personale ed entrate correnti. E in questo senso, Samarate, a differenza di altri, si troverebbe in difficoltà per sostituire i molti dipendenti che andranno in pensione. E ora non la mandano a dire: «Peccato che è da anni che i servizi educativi vengono smantellati un pezzo alla volta e non per motivi legati ai vincoli di assunzioni (centro disabili, centro minori e ora l’asilo nido)», affonda il Cub. Oppure: «La scelta di non assumere, a Samarate, è stata adottata anche in passato, quando la legislazione consentiva il turn-over, scelta che in pochi anni ha determinato la riduzione dei dipendenti del Comune da 100 a 70 unità, con le logiche conseguenze in termini di efficacia e tempestività nell’erogazione dei servizi». E ancora: «I dati sul rapporto spese di personale-entrate correnti, richiesti ormai da tempo, sono inaccessibili alla rappresentanza sindacale: trasparenza zero».

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