Saronno, ancora periti in aula: la vicenda Cazzaniga giocata sul filo della chimica

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SARONNO – Nuova udienza oggi, venerdì 25 ottobre, in tribunale a Busto Arsizio davanti al presidente Renata Peragallo per Leonardo Cazzaniga. Altra udienza tecnica dopo quella di lunedì 21 ottobre che, secondo l’accusa ha inchiodato l’imputato. L’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, è accusato omicidio volontario di 15 persone (12 pazienti e 3 persone in ambito familiare).

Guerra di perizie

Questa mattina è stato ascoltato il consulente dell’ospedale di Saronno che ha vagliato caso per caso analizzando i livelli di tossicità dei armaci che Cazzanica, stando alla procura, avrebbe somministrato alle vittime presunte per ucciderle mentre per il medico si sarebbe trattato soltanto di cure palliative. I malati non erano terminali, per la perizia d’accusa «Dal punto di vista metodologico abbiamo affrontato caso per caso rispondendo ai quesiti posti dalla Corte. Per ogni singolo caso è stata fatta una valutazione tossicologica e su ogni paziente le conclusioni e il possibile trattamento terapeutico per la gestione di ogni caso». La perizia ha evidenziato complessivamente un rapporto di causalità, di varia entità a seconda di ciascun paziente. «Sul caso di Angelo Lauria – hanno detto – la morte è stata determinata dal sovradosaggio dei farmaci somministrati in pronto soccorso. Si ribadisce la grave negligenza nella condivisione del processo sedativo con il paziente che risulta vigile e lucido all’arrivo in ospedale». Di fatto il processo è una guerra tra periti, udienze estremamente tecniche giocate sulla tossicità dei dosaggi dei farmaci somministrati da Cazzanica ai pazienti. Per curarli, stando all’imputato, per ucciderli stando all’accusa.

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