L’ex presidente Modiano: «Malpensa non è ancora da Serie A»

Sea presidente Modiano Malpensa

MALPENSA – A un anno dal suo addio anticipato alla presidenza di Sea, Pietro Modiano torna a parlare del sistema aeroportuale milanese. Prese nel 2013 Malpensa sull’orlo di una crisi che poteva apparire irreversibile e – sull’onda di Expo – ha invertito la rotta ponendo le basi del boom che ha riportato lo scalo varesino al di sopra dei livelli pre-dehubbing. Eppure, confida l’ex numero uno della società di gestione di Malpensa e Linate, «non c’è il senso della missione compiuta».

Non siamo in Serie A

In un lungo intervento pubblicato da ArcipelagoMilano, Modiano sostiene che non ci si possa accontentare di un aeroporto che è tornato a crescere, «ma bisogna pensare a ridurre e in prospettiva colmare la troppa distanza che resta nei confronti dei grandi hub europei». Lo definisce un tema strategico importante. «Linate è un city airport comodo e saturo, e Malpensa è un buon aeroporto punto a punto, al centro di un bacino di traffico ricco, eccellente in Europa per la qualità “milanese” della sua offerta commerciale, ma non è ancora un hub, cioè un aeroporto in grado di concentrare voli passeggeri a lungo raggio coordinati con voli di connessione a breve e medio raggio, e quindi in grado di svilupparsi al di là del potenziale del proprio territorio, e di fornire ad esso un apporto aggiuntivo di ricchezza e connessioni globali. Con questo sistema aeroportuale non siamo in serie A, che è quella dove giocano i grandi hub continentali».

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Malpensa hub continentale

L’ex presidente di Sea confida che ogni giorno, seduto sulla scrivania alla palazzina dirigenziale di Linate,  si domandava come potesse Milano diventare una città metropolitana con una posizione centrale in Europa senza disporre di un sistema aeroportuale all’altezza. «Non c’è area metropolitana rilevante in Europa – sostiene ancora oggi – che non ospiti un altrettanto rilevante hub aeroportuale. La promozione in serie A del nostro sistema aeroportuale, con la trasformazione di Malpensa in un hub continentale, non è facile da guadagnare. Ma è in piena sintonia con le ambizioni della metropoli».

Voli intercontinentali

Con questo obiettivo da raggiungere nel lungo periodo, Modiano indica anche gli obiettivi da perseguire nell’immediato. Puntare sui collegamenti intercontinentali con compagnie di Paesi lontani interessate a Milano («Abbiamo bisogno come il pane di voli diretti, senza scalo, dai Paesi lontani, pena una strozzatura infrastrutturale e una dispersione di opportunità che potrà pesare nel futuro») è il primo passo per puntare a uno sviluppo durevole e di qualità per riempire il vuoto lasciato da Alitalia a Malpensa nel 2007.

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La questione ambientale

Modiano termina la sua riflessione sul tema ambientale («un vincolo per la crescita di ogni aeroporto nel mondo, anche di quelli cinesi»), riportando d’attualità una proposta che fece già quando era alla presidenza di Sea, trovando però una netta chiusura da parte degli amministratori locali: l’ingresso del Cuv nell’area metropolitana di Milano. «Si faticava, fino a che ci sono stato, a fare un Masterplan all’altezza delle ambizioni di crescita dell’aeroporto che fosse condiviso dai territori, che reclamano i loro diritti, pur consapevoli dei vantaggi occupazionali», ricorda. «I tavoli di consultazione non mancano, e immagino proseguano. Con un non detto (o detto a mezza voce, per ora), che le decisioni su Malpensa sono prese a Milano, mentre i disagi restano ai paesi vicini. Forse, se Malpensa con i Comuni vicini, nonostante la discontinuità territoriale (ma in fondo Kaliningrad è russa, anche se sta in Lituania), entrasse a far parte dell’area metropolitana milanese, di cui è componente essenziale, le soluzioni e gli equilibri si troverebbero più facilmente».

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