Seconda Amstel Gold Race per Kwiatkowski, Cosnefroy battuto al photofinish

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168 uomini di 25 squadre hanno affrontato i 33 muri dell’Amstel Gold Race 2022, e a uscire vincitore da complessivi 254 chilometri nella regione olandese del Limburgo è Michal Kwiatkowski (Ineos) che in un arrivo in tandem al photofinish batte Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen) che esulta pensando di aver vinto lui, e invece è l’esperto polacco a vendicare la sconfitta millimetrica dell’anno scorso di Tom Pidcock. Seconda affermazione alla Classica della Birra in carriera per Kwiatkowski, mentre a chiudere il podio arriva Tiesj Benoot che consola parzialmente una Jumbo Visma orfana del campione in carica Van Aert. Alle sue spalle, un’amara volata per il quarto posto regolata da Mathieu Van der Poel (Alpecin Fenix).

CRONACA – La corsa parte velocissima e, approfittando dei primi dieci chilometri pianeggianti in uscita da Maastricht, riescono a evadere in sette: Ide Schelling (Bora Hansgrohe), Emils Liepins (Trek Segafredo), Owain Doull (EF), Johan Jacobs (Movistar), Aaron Van Poucke (Vlaanderen Baloise), Luca Rastelli (Bardiani Csf Faizanè). I ritmi sono vertiginosi e, approfittando delle pendenze ancor morbide, nella prima metà di gara toccano i 5 minuti di vantaggio. Un distacco che inizia a ridursi a metà gara, soprattutto su iniziativa della UAE di Marc Hirschi, insieme all’Alpecin Fenix e alla Ineos.

Intorno alla ventesima salita si verifica un “cambio della guardia”: Rastelli desiste dall’azione di testa, il gruppo si allunga e in discesa scattano Victor Campenaerts (Lotto Soudal) e Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma). Il tempo di farsi il Sibbergrubbe e l’inseguimento ha buon fine. Sono dunque in sette ad affrontare il Cauberg e la successiva sequela con un minuto abbondante su un plotone già scremato: Schelling, Liepins, Doull, Jacobs, Van Poucke, Campenaerts e Van Hooydonck.

Diverse cadute in seno alla carovana, tra cui Andrea Bagioli costretto al ritiro e Samuele Battistella che viene addirittura portato in ospedale, e sul Loorberg si rialzano Schelling e Campenaerts. Quest’ultimo chiaramente non ha finito la benzina, ma ha capito che la fuga non è destinata ad arrivare in fondo e ha preferito farsi raggiungere e lavorare alacremente per ricucire. Sul Gulperbergweg si rialza pure Liepins; sul Kruisberg termina l’avventura, dopo duecento chilometri esatti in fuga, di Doull, Jacobs e Van Poucke. Resiste poco il più fresco Van Hooydonck (che peraltro in uscita da una curva cittadina va a sbattere su un’auto parcheggiata) che viene reinglobato sull’Eyserbosweg.

A 42 km dall’arrivo inizia così un’altra gara. Quella dei migliori. Ai 33 la sfiammata di Michal Kwiatkowski sul Keutenberg, che riduce i giochi a una dozzina di uomini: lui e Tom Pidcock per la Ineos, Kasper Asgreen (QuickStep), Mathieu Van der Poel (Alpecin Fenix), Dylan Teuns (Bahrain Victorious), Michael Matthews (BikeExchange), Stefan Kung (Groupama FDJ), Alexander Kamp (Trek Segafredo), Marc Hirschi (UAE), Jakob Fuglsang (Israel Premier Tech), Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroen), Tiesj Benoot (Jumbo Visma).

A turno ci provano tutti, tranne l’attesissimo VDP, che non si capisce se aspetti sornione o se oggi sia “giornata sabbatica”. Buona la seconda (del resto, dopo i trionfi fiamminghi e con una Roubaix alle porte…). Ai 19, sul Geulhemmerberg, Kwiatkowski trova un altro spunto, quello definitivo, e solo Cosnefroy riesce a seguirlo. Ci prova Teuns, ma invano. Per il francese è l’occasionissima per mettere in cascina una vittoria di prestigio dopo il titolo iridato Under 23 del 2017 e il secondo posto alla Freccia Vallone 2020. Niente da fare.

Il tandem di testa, infatti, si sciroppa con disinvoltura gli ultimi saliscendi e alla flamme rouge scatta il duello. Ottocento metri di studio reciproco, con Cosnefroy a tenersi sempre davanti e far partire infine la volata. Kwiatkowski, partendo dunque a ruota, fatica non poco a prendere la scia e passare, tanto che al taglio della linea la prima comunicazione è quella di una vittoria Ag2r. La provvidenzial fotografia tuttavia chiarisce tutto nel giro di tre minuti: Kwiato mette in bacheca la seconda Amstel dopo quella del 2015, aggiungendola alle varie Sanremo, Harelbeke, Mondiale, Tirreno, Strade Bianche, tappa al Tour…

Due note a margine. Il miglior italiano è Matteo Trentin, che lavora bene per Hirschi e chiude 17esimo. Ed è stata l’ultima partecipazione per Philippe Gilbert, che su queste strade ha vinto 4 volte.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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