Da Gallarate al Sempione, il romanzo di Giuseppina Basso tinge l’aquila di giallo

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GALLARATE – Il legame con un passato oscuro che ritorna, un convento di frati e il passo del Sempione: sono questi gli ingredienti di “Tra gli artigli dell’aquila”, nuovo giallo di Giuseppina Basso. La scrittrice di Gallarate, che tre anni fa si è trasferita a Domodossola e ha presentato a Duemilalibri la sua ultima fatica, ha dato così un seguito, con numerosi richiami storici, alla trama sviluppata nel libro “Cinque single al giallo verde”.

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L’Hospice du Simplon

La strada fatta al ritorno da una vacanza ha fornito l’ispirazione per l’opera. «Avevo già visitato diverse volte la Val Vigezzo ma mai il passo del Sempione: quel luogo mi ha affascinata, e in particolar modo l’Hospice du Simplon gestito dai frati agostiniani che si trova lì. Amo molto il romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” e ho pensato: perché non ambientarvi un giallo?». A dare la risposta definitiva è stata la presenza di una maestosa scultura nelle vicinanze: «L’aquila rappresenta l’undicesima brigata alpina dell’esercito svizzero che durante il secondo conflitto mondiale fu posta a difendere il valico, una decisione dettata dalla volontà di non entrare in guerra: è anche il simbolo dell’orgoglio di un popolo».

Il ritorno di Caterina e del commissario Lorenzi

Il giallo “Tra gli artigli dell’aquila” è una continuazione di “Cinque single al giallo verde”, uscito nel 2013: «Non aveva una vera e propria fine, perché non era chiaro se l’assassino fosse morto o meno. Ho portato i suoi personaggi in quest’altro libro: i protagonisti sono Caterina e suo marito, il commissario Lorenzi. Ed essendo lei, come me, una Oss, ritorna anche l’ambientazione all’interno di una casa di riposo. I coniugi vivono a Domodossola, ma trovano lavoro in Svizzera. Mentre rientra in Italia Caterina si ritrova bloccata da una tempesta al passo del Sempione e viene accolta dai frati. Cominciano allora a succedere dei fatti un po’ strani, che la fanno ripensare a quelli avvenuti nel primo romanzo, e sospettare che possa esserci di mezzo qualcuno che ha già conosciuto».

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Dan Brown e il duomo di Milano

«Mentre il convento fu realizzato nel Seicento, il passo del Sempione è stato fortemente voluto da Napoleone, che non l’ha potuto vedere terminato. L’hanno percorso Lord Byron, Dumas e Dickens; all’epoca non si potevano varcare i confini da altre parti ed era l’unica pista carrozzabile. Oltre a trarre trarre spunto dai fatti storici, ho consultato i frati che vivono all’Hospice». Uno dei romanzi preferiti di Basso è “Il nome della rosa” che, trasposto che al cinema, ha avuto tra i protagonisti Sean Connery, «un grande attore che ha dato vita a personaggi iconici: ho visto tutti i suoi film di 007». Ma tra le letture più amate ci sono anche gialli e successi di Dan Brown come il “Codice Da Vinci” e “Inferno”. «Sono già al lavoro su un seguito in questo stile a “Tra gli artigli dell’aquila”. L’idea è ambientarlo ancora qui in zona, dove si trovano le cave di Candoglia dalle quali è stato estratto il marmo per costruire il Duomo di Milano».

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