Misiani (Pd): «Il problema non è l’immigrazione, ma l’emigrazione»

Sesto Misiani Pd immigrazione

SESTO CALENDE – «Negli ultimi dieci anni il dibattito pubblico si è concentrato sull’immigrazione quando il vero problema era un altro: l’emigrazione degli italiani all’estero». Lo ha detto Antonio Misiani, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ospite ieri sera 10 febbraio a Sesto Calende per l’incontro organizzato dal’Area Omogenea Laghi Sud del Partito Democratico. Al tavolo anche il senatore Alessandro Alfieri, il segretario provinciale Giovanni Corbo e il giornalista Michele Mancino.

Giovani regalati

Il percorso scolastico di un giovane, dall’asilo fino alla laurea, costa alle casse dei contribuenti 180mila euro. «Soldi che di fatto regaliamo ad altri sistemi produttivi», ha detto Misiani. «Sono positive le esperienze all’estero per i nostri giovani, il problema è che non ritornano».

Piramide rovesciata

Alla fuga dei cervelli all’estero si aggiunge il crollo della natalità, a tal punto ormai di parlare di un’inversione della piramide demografica. «Gli effetti si vedono già oggi, ma tra 10-15 anni rischiano di essere devastanti, soprattutto per la sostenibilità del nostro sistema di welfare», ha sottolineato il sottosegretario. «Ma il calo delle nascite non è un fenomeno ineluttabile: francesi e svedesi facevano meno figli di noi, ma politiche attive a sostegno della famiglia hanno invertito la rotta, con un indice di natalità pari a 2 contro l’1,3 dell’Italia. Il Paese deve riprendere a fare figli perché sono degli investimenti non soltanto per la famiglia, ma per lo Stato».

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Gli imprenditori della paura

Il senatore Alfieri in chiusura di serata ha tracciato invece il quadro politico, sottolineando la responsabilità di governo mostrata dal Pd dallo scorso agosto «contro gli imprenditori della paura». E ha aggiunto: «Siamo da collante in questa maggioranza, un ruolo che ci riconoscono tutti nonostante i nostri numeri in Parlamento siano nettamente inferiori al Movimento5Stelle. Ora però serve costruire un nuovo racconto, la politica deve avere l’ambizione di accompagnare i grandi processi di cambiamento che sono in atto».

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