La chiusura del Malpensa-Lagos apre la grande crisi di Air Italy. In 1200 a rischio

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MALPENSA – Il volo Malpensa-Lagos chiuso – con i passeggeri riprotetti e gli equipaggi costretti a tornare a bordo di aerei di altre compagnie – è soltanto la punta dell’iceberg della grande crisi in cui è precipitata Air Italy. A tal punto che – sono queste le indiscrezioni che circolano – nell’assemblea dei soci convocata per oggi 11 febbraio si potrebbe anche decidere di liquidare la società. Tremano i 1200 lavoratori, basati a Olbia (sede della compagnia) e per la stragrande maggioranza a Malpensa, la base operativa.

Rischio liquidazione

Il condizionale è d’obbligo perché da settimane i vertici sono praticamente irrintracciabili. Dai sindacati, dai lavoratori e anche dalla stampa di settore che ha cercato invano di contattare il management. Un dato però parla chiaro: Air Italy – l’ex Meridiana che ha scelto Malpensa come hub per il proprio rilancio – ha chiuso il 2019 con un rosso superiore ai 160 milioni di euro del 2018. I primi due anni di attività, dunque, sono stati molto al di sotto delle aspettative. Il vettore ha bisogno di una ricapitalizzazione, ma il socio di minoranza Qatar Airways non può per legge sfondare la quota attuale del 49 per cento, mentre l’Aga Khan, storico patron di Meridiana, non sarebbe disposto a ulteriori sacrifici economici. A chiudere il cerchio la mancanza di nuovi azionisti all’orizzonte: l’attrattività di Air Italy dopo i primi due anni di operazioni è ai minimi storici.

La chiusura dei voli

Nel frattempo i collegamenti verso Accra e Lagos dell’11 e 12 febbraio sono stati cancellati, così come il volo odierno Milano-New York. Stessa sorte per diverse tratte nazionali nei giorni scorsi. A confermare lo stato di crisi la mancanza di nuovi collegamenti: per la Summer 2020 non è stato annunciato ancora nessun nuovo volo e ormai è troppo tardi per pensare che Air Italy lo possa fare nelle prossime settimane. In una nota, che riportiamo integralmente qui sotto, il sindacato Anpav ha lanciato ieri il suo grido d’allarme:

Nella giornata odierna una ridda di voci di corridoio, supportate da dati oggettivi come la cancellazione improvvisa di voli e di linee, ha gettato nel panico i Lavoratori di Air Italy già in allarme per situazione dell’azienda con la flotta ai minimi storici e appesantita dai costi derivanti dall’esternalizzazione delle proprie linee operate in wet lease da altre compagine.

Il personale navigante di Olbia a zero ore e quello di Malpensa utilizzato al minimo, sono l’emblema di una crisi silente, mai dichiarata ufficialmente, ma ormai oggettiva.

Abbiamo reiteratamente tentato di avere informazioni dal management aziendale sullo status quo, purtroppo, senza alcun esito.

I massimi vertici sono irraggiungibili da diverse settimane mentre il middle management sostiene di non avere alcuna informazione…

Un muro di gomma, reso ancora più impenetrabile dalla totale assenza delle istituzioni – Ministero dello Sviluppo Economico e Regione in primis – totalmente sorde alle nostre richieste di intervento nei confronti di Air Italy. Intervento dovuto, atteso che nei loro tavoli e con la loro firma a garanzia, sono stati sottoscritti gli accordi che impegnavano la compagnia in direzione opposta rispetto a quella attuale.

È chiaro che questo odioso stato di cose non è ulteriormente procrastinabile, pertanto, oltre allo sciopero di 24 ore che sarà proclamato domani, i Lavoratori saranno chiamati ad una massiccia mobilitazione.

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