La magia di un ritorno: Malpensa è un museo con i Sette Savi

sette savi malpensa mostra

MALPENSA – “L’arte è un viaggio”, diceva Fausto Melotti. E proprio i suoi Sette Savi, sei anni fa, diedero il via al progetto artistico voluto da Sea per trasformare l’aeroporto di Milano Malpensa in un museo diffuso. Le mostre artistiche e le installazioni alla Porta di Milano, il grosso buco nero che separa la stazione ferroviaria del T1 all’ingresso vero e proprio in aeroporto, non sono più una eccezione. Sono ormai una costante, una sorta di palinsesto che sviluppa il concetto di museo diffuso all’interno dell’aeroporto. E sei anni dopo, sono tornati i Sette Savi (fino al prossimo 29 febbraio), con un nuovo allestimento che dà il benvenuto, o l’arrivederci, a chi passa dalla Soglia Magica.

Il museo diffuso in aeroporto

«L’aeroporto – lo sottolineava ai tempi l’allora presidente di Sea, Pietro Modiano – è da sempre un luogo di passaggio ansiogeno. Il nostro sforzo è far stare bene le persone qui dentro, contrastare il vuoto con il bello dell’arte per rendere Malpensa sempre migliore e sempre più accogliente». E così negli anni la Porta di Milano è stata sempre più luogo per fare cultura, dove si sono alternati fra gli altri, la Music Week, l’omaggio di Helidon Xhixha, l’Ultima cena di Leonardo da Vinci e la grande videoriproduzione del Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Tutte iniziative con cui questa idea di museo, in una sorta di anticipazione dell’identità eclettica e artistica di Milano, hanno preso forma e valore. Lo ha ribadito oggi anche Michaela Castelli, presidente di Sea: «Con oggi ritorna un’opera che ha uno stretto legame con i milanesi. E’ un’impegno notevole per noi, ma il territorio e il suo patrimonio artistico meritano tutta la nostra attenzione».

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Le statue accolgono i passeggeri

Le sculture, nell’allestimento curato da Michele De Lucchi, accolgono nuovamente i passeggeri: le statue si guardano a vicenda e una sola osserva chi è di passaggio che, a sua volta, nel movimento si contrappone all’immobilità artistica. Immobilità che richiede il tempo di essere osservata, «così come viaggiando ci si prende il tempo di guardare il mondo»: ma le statistiche confermano che, da quando Malpensa ha cominciato il suo restyling nel T1, le persone stanno mediamente dieci minuti in più in aeroporto, e non per le code. Segno che lo scalo ha anche un’anima, che vuole legarsi sempre più a quella di Milano: «Un dialogo fra aeroporto e città che vogliamo mantenere e coltivare – ha aggiunto Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano – non c’è nessun miglior modo per accogliere i visitatori della città ponendo l’arte in questo punto: Malpensa è il luogo ideale per far scoccare la scintilla con la cultura».

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