Siamo Somma: «Meglio un sovrappasso che due ascensori sotto ai binari»

Siamo Somma sovrappasso ferroviario

SOMMA LOMBARDO – Continua la battaglia di Siamo Somma, lista civica di opposizione, contro il progetto dei due ascensori interrati che – con un investimento da 625mila euro – l’amministrazione comunale vuole realizzare al sottopasso ferroviario di via Mameli- via De Amicis. A margine della presentazione del progetto, avvenuta lunedì sera 4 novembre in Comune a Somma Lombardo, il gruppo rappresentato in aula da Corrado Martinelli torna a proporre in alternativa un loro cavallo di battaglia della campagna elettorale del 2015: il sovrappasso pedonale per collegare Mezzana al centro città.

Siamo Somma sovrappasso ferroviario

Il sovrappasso ferroviario di Siamo Somma

Ecco l’intervento integrale di Nando Torreggiani, ex amministratore unico di Spes e oggi nel gruppo dirigente di Siamo Somma:

Il passaggio a livello non era un semplice collegamento fra due parti della città e non era solo un luogo di transito ma è sempre stato considerato una specie di simbolo del quartiere.

Il passaggio a livello coniugava lo scorrere della vita di ogni giorno con una forte connotazione dell’area.

La chiusura definitiva del passaggio livello è stata solo in minima parte attenuata dalla presenza del sottopassaggio peraltro angusto, agibile solo dai pedoni che non abbiano difficoltà di movimento. Inoltre nel recente passato è stato a volte chiuso perché sede di allagamenti.

La nostra associazione “Siamo Somma” consapevole dell’importanza attribuita a questo collegamento si è attivata per valutare possibili durature soluzioni che possano essere adottate per superare l’indesiderata barriera architettonica scartando senza esitazioni l’ipotesi dei soli ascensori pedonali per i motivi che di seguito chiariremo.

Così ha preso corpo il nostro progetto, debitamente illustrato alla amministrazione comunale, e vede al primo posto la scelta di una passerella ciclopedonale in attesa di un vero e proprio cavalcavia carrabile.

La nostra iniziativa consiste innanzi tutto nel ragionare con una mentalità moderna e positiva, oltre che con l’attenzione per il territorio, che si manifesta anche nelle opere (piccole o grandi) che lo identificano.

La nostra idea permette di riqualificare e rivitalizzare uno spazio urbano che si presta ad un intervento anche paesaggisticamente lodevole e più accattivante di quello che ci viene presentato ora dalla attuale amministrazione.

Noi immaginiamo un collegamento “leggero” ciclopedonale (non solo pedonale), bello e privo di barriere architettoniche (e se necessario munito anche di elevatori), posto a cavallo della ferrovia, in vicinanza dell’ex passaggio a livello, fra la via Isaia Bianco e la via Mosters. Ciò restituirà al luogo la sua valenza urbana, creando un sistema di naturale mobilità e aggregazione senza la frapposizione di mezzi elettromeccanici che, per quanto collaudati, non potranno mai garantire la bontà del servizio fornita dal ponte. Restando con i piedi per terra e per evitare che il “sogno” rimanga tale, “Siamo Somma” ha pensato anche agli aspetti tecnico-economici relativi alla effettiva realizzabilità del Ponte.

“Siamo Somma”, dopo averne accertato la fattibilità , ha potuto immaginare il costo dell’opera che, nella sua versione più economica (larghezza due metri con una lunghezza di circa 28 metri) assume un costo decisamente competitivo rispetto a quello che l’amministrazione comunale ha previsto per i soli ascensori.

In primo luogo il ponte eliminerebbe quasi tutti i costi di manutenzione che invece graverebbero sull’impianto degli ascensori (verosimilmente tutti da moltiplicare per due, così come i rischi), non utilizza alcuna fonte e non consuma energia, non è sottoposto a rischio di impianto con possibili richieste di interventi di emergenza (persone imprigionate) e disservizi causati anche dalle intemperie, si trova totalmente fuori terra e quindi meglio controllabile e più sicuro dal punto di vista della sicurezza e di prevenzione degli atti vandalici, non necessita di illuminazione diurna, non richiede alcuna abilità per l’uso, può avere una valenza estetica e paesaggistica, possono essere usati materiali naturali ed ecocompatibili.

Una delle critiche legittime che rinnoviamo alla Giunta è proprio quella di non esercitare una vera democrazia partecipata. Questo è proprio un caso eloquente di come si sia presa l’ennesima decisione di indubbia importanza senza un adeguato confronto con i cittadini anche quando questi si adoperino con idee e proposte concrete.

Noi crediamo nella nostra proposta e affronteremo con vigore anche questa sfida.

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