Soltanto sette italiani al Tour de France. Non accadeva dal 1983

ciclismo tour de france

Daniel Oss, Jacopo Guarnieri, Matteo Trentin, Alberto Bettiol, Gianni Moscon, Giulio Ciccone, Luca Mozzato. Sette italiani di altrettante diverse squadre. La remota speranza di arrivare a otto è stata fugata stamattina dalla conferma dell’esclusione di Bagioli da parte della Quick Step. Come avrete letto su tutte le testate sportive, si tratta del record negativo di partecipazione italiana al Tour de France (al via sabato 1) negli ultimi quarant’anni: un dato corretto, al quale noi vogliamo dare una connotazione storica ancor più precisa.

L’ultima edizione con meno italiani è infatti quella del 1983: esattamente quarant’anni fa, appunto. Quando ancora i francesi riuscivano a fare la voce grossa in casa propria. Nel quinquennio precedente, quattro volte aveva trionfato Bernard Hinault. In quell’83 Hinault dovette dare forfait per infortunio, e ci pensò il suo sostituto Laurent Fignon a indossare la maglia gialla a Parigi.

A noi in questa sede però interessano gli italiani in startlist, giusto? Dei 15 team che parteciparono a quella Grande Boucle, ce n’era uno italiano: la Metauro Pinarello, che correva per il leader Lucien Van Impe (già vincitore del Tour 1976 in maglia Gitane Campagnolo). Dei nove uomini che la squadra diretta da Poggiali e Battaglini portò a supporto di Van Impe (ogni formazione allora schierava fino a dieci effettivi) sei erano italiani: Alfio Vandi, Nedo Pinori, Pierangelo Bincoletto, Marco Franceschini, Marco Groppo e Riccardo Magrini. Contrariamente ai 7 nostri connazionali di questo 2023, i 6 del 1983 erano quindi tutti compagni.

In quell’occasione la Metauro Pinarello conquistò tre tappe: la prima, col velocista olandese Frits Pirard; la settima, con Magrini; la diciannovesima (su 22) proprio con Van Impe, che vinse la classifica scalatori del Tour per la sesta volta in carriera. Ebbene sì, quell’edizione così povera di italiani fu quella della mitica vittoria del “Magro” sull’isola d’Oleron, quando il gruppo riprese il fuggitivo belga De Cnijf a 1200 metri dall’arrivo e subito dopo la flamme rouge il classe ’54 di Montecatini preparò e piazzò il colpo da finisseur. Era venerdì 8 luglio 1983.
Un mese e mezzo prima, sabato 21 maggio, Magrini aveva vinto a Montefiascone la nona tappa di un Giro d’Italia dove Van Impe avrebbe fatto sua anche lì la maglia dei GPM (e Beppe Saronni la generale, per la cronaca). Insomma, fu l’annata magica dell’attuale commentatore di Eurosport, che l’anno prima aveva ottenuto la prima vittoria da professionista al Giro di Reggio Calabria: con le due affermazioni a Giro d’Italia e Tour de France dell’83, fissò dunque il suo palmarès a tre successi. Non tantissimi, ma di assoluta qualità.

Tornando a discorsi prettamente numerici, i puristi della matematica potrebbero obiettare che i 6 corridori su 149 partecipanti totali del Tour di quarant’anni fa, considerati in proporzione, erano “di più” rispetto ai 7 su 176 di oggi. Volendo allora stroncare ogni discussione e trovare un’edizione del Tour insindacabilmente con ancora meno italiani, facciamo un passo indietro di pochissimi anni: nel 1980 e nel 1981, per congiunture astrali legate a scelte di corridori e squadre, addirittura per due anni consecutivi nessun corridore italiano (e sì che erano i tempi di Moser, Saronni, Argentin & co.) partecipò alla Grande Boucle!

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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