A Maddalena arriva una nuova farmacia. Ma per la Capeleta ci sarà solo una targa

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SOMMA LOMBARDO – Una mozione presentata, discussa e alla fine ritirata. Ma anche una mozione presentata, discussa, emendata e poi emendata nuovamente per mettere tutti d’accordo. Giovedì sera, 24 giugno, «Maddalena è stata regina in consiglio comunale», ha sdrammatizzato il sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria. Da una parte il ripristino – anzi, riconoscimento, alla fine – da attribuire a quella che potrebbe diventare la rotonda della “Capeleta”. Dall’altra, la possibilità di ricostituire una farmacia nel quartiere, grazie a un bando che potrà affidare l’ambulatorio a due privati e aprire un negozio. Se accetteranno, ovviamente. Le due mozioni erano state depositate mesi fa dalla consigliera di minoranza Mariangela Aguzzi Casagrande (Lega), per dare voce alle richieste dei più anziani della frazione. Ma tra i botta e riposta con la maggioranza e le difficoltà nell’individuare un testo chiaro a tutti i presenti, le complicazioni non sono mancate. Il risultato? Le richieste sulla farmacia sono state ritirate. E quelle della rotonda sono state ridimensionate in più battute, rinunciando al ripristino della nicchia con la Madonna all’interno in favore (forse) di un più semplice riconoscimento. Insomma, più che polemica, c’è stata confusione.

Una nuova farmacia

Delle due proposte si è già discusso in passato. A partire dalla farmacia. A dare un quadro della situazione attuale – e futura – dell’ambulatorio a Maddalena è stato il vicesindaco con delega ai Servizi Sociali, Stefano Aliprandini: «La proposta di affidare un servizio, anche temporaneo, a Spes non può essere accolta, perché la farmacia è stata assegnata con un bando regionale a due privati. Che ora stanno facendo tutte le valutazioni del caso, entro i tempi assegnati, per prendere una decisione finale». Nel caso questo non accadesse, poco male, perché si passerebbe automaticamente al secondo classificato al concorso. E così via. Quello che infatti non ha convinto la consigliera del Carroccio, non è la possibilità di riaprire un negozio («ben venga»), ma le tempistiche che porteranno effettivamente a un risultato. «Sono due anni che aspettiamo, faremo un altro inverno senza la possibilità di accedere in maniera più semplice alle medicine? Non è facile per gli anziani spostarsi a Somma per recuperare quello che serve, non ci sono mezzi qui: siamo fuori dal mondo», ha ribadito.
Intanto, è stato riproposto il metodo utilizzato durante il lockdown, con la possibilità di interpellare i volontari e organizzare un servizio di consegne a domicilio, se fosse necessario. Una soluzione temporanea, che può rispondere all’impegno richiesto dalla consigliera leghista di individuare tempi e vie alternative in attesa della nuova farmacia. In cambio, la mozione è stata ritirata.

I dubbi sulla Capeleta

Più complicato è stato mettere tutti d’accordo sull’altra mozione, quella della “Capeleta“. La proposta di rispristinare la nicchia con all’interno la Madonna alla rotonda che porta a Maddalena, tra le vie Briante e Processione, ha dovuto impegnare i presenti in due emendamenti. L’accordo raggiunto guarda a un più semplice riconoscimento (probabilmente una targa), in virtù di un ricordo che gli anziani del quartiere vorrebbero riportare alla luce. Il tutto, solo dopo un processo di documentazione storica di quell’angolo di paese, che impegna sia l’amministrazione che i cittadini. Sì, perché il testo originale sembrava «alquanto generico e poco chiaro», ha precisato la capogruppo di maggioranza, Alessandra Apolloni (Pd). «Innanzitutto mi chiedo in quale contesto è giunta la richiesta del ripristino: in un’assemblea di quartiere? Che penso sia l’istituzione migliore per rapportarsi con l’amministrazione, per evitare che si portino in consiglio istanze di gruppi ristretti e poco rappresentativi».

Solo un riconoscimento

In sostanza, i dubbi si concentravano sulla presenza di documenti che testimonino il passato della “Capeleta”: «Per ripristinare qualcosa che non c’è più, bisognerebbe che si avesse memoria precisa di com’era fatta». Oltre a capire se «quell’edicola fosse di proprietà privata, come penso. Perché, se così fosse, dubito che il Comune possa investire del denaro pubblico». Da qui, l’ipotesi di una prima modifica al testo. Che però avrebbe dato «l’incombenza di fare le ricerche all’amministrazione». Quando invece «questi bisogni possono essere occasione per fare ancora più comunità». Non solo, dubbi anche sulla richiesta effettiva avanzata da Aguzzi Casagrande e dalla Lega. Di fatto, l’obiettivo è ripristinare la nicchia o attribuire un riconoscimento alla rotonda? Fra le varie incomprensioni, alla fine la scelta è ricaduta sulla seconda, costringendo a un’ulteriore modifica della mozione. Il risultato è che ci sarà «un impegno – recita il nuovo testo – dell’amministrazione, tale che possa portare l’ente locale, con il supporto dei cittadini, alla ricerca della memoria storica della Capeleta». E che «potrà portare al posizionamento di una targa nelle vicinanze della rotonda».

«Bene la targa, ma sulla farmacia…»

A margine della seduta di consiglio comunale, arrivano anche i commenti di Aguzzi Casagrande sulle decisioni prese. A cominciare dalla “Capeleta”: «Sono felice di essere riuscita a ottenere anche solo una targa, che possa ricordare la nostra storia. La maggioranza, con una discussione pretestuosa voleva bocciare la mozione, ma emendando il testo originale siamo riusciti a convincere il sindaco, il consigliere Claudio Brovelli (capogruppo di Sinistra per Somma, ndr) e la consigliera Apolloni. Ora, con il supporto dei cittadini e delle associazioni, anche l’amministrazione si renderà conto di questa parte di storia cittadina che avevano dimenticato».
Così invece sulla farmacia: «Stiamo attendendo le risposte di chi ha partecipato al bando. Capisco le difficoltà che potrebbero esserci ad aprire una farmacia a Maddalena, ma non accetto che venga detto dagli amministratori che istituire – come comune – un servizio di consegna farmaci, possa ledere alla concorrenza. Scusa pretestuosa e inopportuna: se un servizio non esiste, credo che il Comune abbia il dovere istituzionale e morale di essere al fianco dei cittadini».

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