Ciminiera abbattuta a Somma. L’ex assessore Pasin: «Si poteva salvare»

SOMMA LOMBARDO – «Non si tratta solo di essere dispiaciuti, perché lo siamo tutti. Il fatto è che la ciminiera non doveva essere abbattuta». Chiaro e preciso Jimmy Pasin, già assessore all’Urbanistica ed ex consigliere comunale del Pd a Somma Lombardo, torna a gamba tesa sulla demolizione della torre dell’ex Itala. Un simbolo, che nel corso degli anni ha rappresentato la parte bassa della città. E dopo le dichiarazioni dell’attuale assessore Francesco Calò, arriva la risposta di Pasin. «Il 99% degli edifici del centro storico non è tutelato dalla Sovrintendenza. Ma nonostante questo, il Pgt chiede che vengano mantenuti», spiega. «Una convenzione è una normativa legata ad un comparto, quindi, violandola, si viola una norma di un Piano». In sostanza: «Non andava fatto, perché il Piano ne prevedeva la conservazione».

Un elemento parte del carattere storico a Somma

Da ormai 15 anni l’area dell’ex Itala è un cantiere, destinato a diventare una piazza che possa essere il nuovo punto di riferimento del quartiere. Pasin lo sa, perché «io stesso ho partecipato all’apertura di quel Piano, a fronte di una fabbrica dismessa. Era un disastro e si era intervenuti per trasformarla, con tutti gli elementi presenti. Ma se questi elementi vengono eliminati, allora il risultato cambia». Il simbolo per eccellenza era proprio la ciminiera. Anche se non era di carattere storico, tema sul quale si sta dibattendo molto. «La Sovrintendenza ha dei vincoli, che su una città come Somma riguardano alcuni edifici, oltre a qualche struttura caratteristica, come il Castello o le Fattorie Visconti», specifica Pasin. «Tutto il centro storico, a dire il vero, ha pochissime realtà vincolate. E la maggior parte di queste non può essere demolita senza permessi, a meno che non venga poi ricostruita in maniera identica. Ovviamente si parla di case, non di monumenti». Ora, la ciminiera non era considerato sicuramente un monumento e non era vincolato alla Sovrintendenza «ma i progettisti di allora, insieme all’amministrazione, erano d’accordo nel vedere che questo elemento facesse parte del carattere storico della città». Secondo l’ex consigliere del Pd, qualcosa, per essere interpretato come storicamente valido, «non ha bisogno necessariamente di essere riconosciuta come una vera e propria opera d’arte, ma deve avere un valore sociale e culturale. La ciminiera non doveva essere abbattuta, in modo che quel luogo rimanesse sempre riconoscibile attraverso il suo elemento principale».

Il progetto del piano interrato

Nel 2009 era stata fatta una Variante che «permetteva di eliminare la sala civica e gli appartamenti ad uso sociale», ricorda Pasin. «Nel progetto era inclusa anche la realizzazione del piano interrato per le autorimesse, e la sua area inizialmente coincideva con il profilo dell’edificio. Poi il piano è stato cambiato per aggiungere altri box, aumentando la superficie fino a occupare spazio del parco». E aggiunge: «Se prima il basamento della torre stava a 7 o 8 metri dai muri perimetrali, quell’intervento ha ridotto la distanza ad almeno 5 metri. Non credo che questo possa essere il motivo principale che ha portato all’abbattimento della ciminiera, ma sicuramente è stato un elemento di criticità in più».

Somma dice addio a un simbolo della città: abbattuta la ciminiera dell’ex Itala

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