Dosso da rimuovere, Nervo (SommaSì): «Troppi solleciti, chiamerò un avvocato»

SOMMA LOMBARDO – «Così non si può andare avanti, con il supporto di un legale farò un esposto in procura». Senza filtri il consigliere di minoranza Alberto Nervo (SommaSì). A scatenare l’ex leghista è un dosso che è stato realizzato da un privato in via Belcora, a Somma Lombardo, con l’obiettivo di coprire un tubo dell’acqua che si allaccia al contatore. «A dare il permesso – dice – è stato la polizia locale». Da qui, i «continui solleciti» perché venisse rimosso, considerato «troppo pericoloso per i mezzi di passaggio». Ora, l’esponente della minoranza torna alla carica: «Nonostante tutto, il dosso è ancora in mezzo alla strada. Bisogna trovare una soluzione». Anche se può sembrare drastica.

«È pericoloso»

Nervo riepiloga i passaggi che lo hanno portato a prendere una posizione così netta. Come sottolinea, la soluzione concessa dai vigili è stata – ed è – duramente contestata. Per più di un motivo. Intanto, «il dosso è fatto di ferro: non solo è un problema per la sicurezza, ma le macchine rischiano di rompersi passandoci sopra». E aggiunge: «Inoltre, va considerato che ha nevicato e questo ha aumentando le probabilità che non fosse nemmeno ben visibile». Fino all’affondo: «Era stato dato l’incarico da parte del Comune – che è dovuto intervenire per rendere il rialzo meno pericoloso – di installare dei cartelli segnaletici, ma ancora oggi non si vedono». A rincarare la dose, poi, il fatto che «il dosso è bullonato, ciò significa che se verrà rimosso si spaccherà anche l’asfalto». 
Oltre al fattore sicurezza, anche quello pratico. Così Nervo: «Se tutti i cittadini utilizzassero una soluzione del genere, nessuno pagherebbe l’allaccio al contatore e la conduttura ad Alfa». E, di fatto, «si creerebbe il caos».

I solleciti e le vie legali

Una situazione generale che ha dato il via ai «continui solleciti», con l’obiettivo di rimuovere il dosso. A partire dalla scorsa estate: «A giugno era stato dato un limite massimo di novanta giorni per toglierlo». Le cose sembrano essere andate diversamente. Infatti, «a oggi, è ancora lì», prosegue l’esponente di SommaSì. «Già a ottobre avevo fatto notare che il termine annunciato era scaduto. Mi è stato detto che sono state riscontrate delle irregolarità nelle esecuzioni e nella gestione generale, senza che i cartelli venissero posizionati». Il risultato è chiaro: il consigliere di minoranza vuole arrivare fino in fondo. «Non sto facendo una critica al privato, ma a chi ha dato il permesso: porterò tutto in procura».

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