Fagnano, il Pd surriscalda il clima in attesa di regolare i conti con Carlesso

FAGNANO OLONA – «Non siamo stati noi a chiedere le dimissioni di Carlesso. Ma ora che anche lui ha ventilato la possibilità di fare un passo indietro, diciamo che o se ne va lui o ce ne andiamo noi». Parola di Massimo Canavesi, segretario del Partito democratico di Fagnano Olona, il quale in conferenza stampa (tenutasi oggi, giovedì 13 gennaio) non fa altro che ribadire quanto già affermato nel comunicato stampa di qualche giorno fa: ovvero che in Solidarietà e progresso qualcosa va cambiato. I dem si presentano in conferenza stampa con il nuovo direttivo di partito, ovvero Lucrezia Fiorillo, Annalisa Cuccovillo e Luigi Beltemacchi, subentrati qualche da poche settimane a Carola Dall’Oco, Giuseppe Gadda e Federico De Marco.

Vigilia di fuoco

Alla vigilia dell’incontro (si terrà domani sera alle 21 via zoom) in cui con ogni probabilità verrà sancito il divorzio tra Bene Comune e Pd, i dem pigiano sul tasto dell’alta tensione. E nulla fanno per stemperare il clima che all’interno del centrosinistra (per lo meno quella parte di centrosinistra che non governa) si è fatto rovente. Certo i toni di Canavesi non vanno mai oltre le righe. Ma nemmeno oltre quanto potrebbe accadere dopo il faccia a faccia collettivo di domani sera.

Tante domande, poche risposte (per ora)

Chi succederà a Carlesso in caso di dimissioni alla guida del gruppo? «Vedremo». Il Pd vuole la testa del consigliere che ha sostenuto come candidato sindaco solo tre mesi fa, ma chi propone come leader? «Niente nomi». Matrimonio con Siamo Fagnano finito nell’indifferenza di ognuno; matrimonio con Bene comune finito dopo che sono volati gli stracci. Non è meglio a questo punto andare da soli? «Nel Pd di Fagnano non decide il segretario. C’è chi ha messo sul tavolo questa ipotesi. Il dibattito è in corso. Vedremo». Il segretario del Pd poi smentisce il tentativo di riavvicinamento con Siamo Fagnano: «Non torniamo sulla scelta presa qualche mese fa», spiega Canavesi.

La certezza

Insomma situazione fluida con una certezza: il Pd questa volta non ha alcuna intenzione di abbassare la testa davanti all’anima civica del gruppo. «Le nostre condizioni sono chiare – specifica Canavesi – questo gruppo non ha un’organizzazione e non ci sono punti di riferimento con i quali interloquire. L’abbiamo sempre sostenuto, ma siamo stati inascoltati. Ora basta. Questa coalizione ha bisogno di una nuova organizzazione e di un nuovo leader».