di Massimo Lodi
In un realistico editoriale sul Corriere della Sera, il direttore Luciano Fontana contrappone la destra manchevole alla sinistra disunita. Status quo che lascia spazio all’unica prospettiva: il pessimismo. Proviamo invece a immaginare l’orizzonte positivo, ricordando di cos’è capace la fantasia politica italiana quando i partiti versano in ambasce (governi Lega-Cinquestelle e Cinquestelle-Pd, tanto per restare alla scorsa legislatura).
E dunque: se le europee bocciassero l’estremismo di Salvini, la radicalità di Schlein, l’ondeggìo di Conte, perché la ricaduta sul nostro Paese -da giugno in poi in sofferenza socioeconomica prevedibilmente peggiore dell’attuale, e dunque tendente a schivare l’immediato ritorno al voto- non potrebbe favorire l’alleanza emergenziale tra Fratelli d’Italia e Pd, con l’ausilio di Forza Italia e centristi? Il federatore lo si trova sempre, come i trascorsi insegnano. E che sia, nell’eventualità, un a-politico, non sminuisce il ruolo. Ciampi, Monti, Draghi sono stati presidenti del Consiglio come e più dei provenienti da botteghe di partito e scelte popolari. Spesso è il ruolo che fa l’uomo. Nello specifico istituzionale, è la carica che, col tempo, disegna il profilo del nominato a rivestirla.
Dunque nessuna meraviglia se a una tale soluzione/bizzarria si dovesse ricorrere per l’ennesima volta. Poi non è detto che il federatore risulti obbligatoriamente super partes, estraneo alle rappresentanze parlamentari. Può essere pars in quaestio, uno dall’appartenenza ben chiara e che tuttavia si conviene, dai versanti d’altrui appartenenze, la persona adatta all’impresa. Tutto sta nel volere/sapere mediare, andando al pratico e spogliandosi degl’ideologismi. Del resto, esistita una Chigi gialloverde prima e giallorossa poi, non s’intravede scandalo qualora domani la dimora del potere esecutivo dovesse tingersi di rossonero, con le sfumature biancazzurre (postberlusconiani e neomoderati) cui s’è accennato.
Stravaganze, verissimo. Ma in politica talvolta s’impongono sulla convenzionalità. Ciò che non meraviglierebbe di fronte a un voto proporzionale per Strasburgo-Bruxelles capace di scomporre gli equilibri nazionali d’oggi al punto da trasformare la criticità in allarme, l’allarme in urgenza, l’urgenza in pericolo. Da arginare con i mezzi del pronto soccorso inventivo. Una pratica nella quale siamo maestri-improvvisatori, dando il meglio del nostro peggio nelle circostanze catastrofiche. Ce lo raccontano secoli di storia, non sarà mica un’evenienza di cronaca a imbarazzarci, nel caso l’evenienza dovesse palesarsi. E infine, vista l’aria che tira: spararne una in più, è il meno che rischi d’esser censurato.