Studenti dell’istituto Melzi di Legnano scrivono libro per il loro prof scomparso

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LEGNANO – Un libro di racconti scritti col… cuore, in memoria di un giovane prof che se n’è andato davvero troppo presto. Lo hanno scritto i ragazzi della classe IV liceo scienze umane dell’istituto “Barbara Melzi” di Legnano (nella foto sotto) per ricordare Niccolò Sartoni, docente di educazione fisica nell’istituto e sportivo appassionato – era cestista del Basket Busto Arsizio – scomparso nel 2020 a 29 anni a causa di una malattia incurabile. Il libro si intitola “Destini di seconda mano” e contiene 23 racconti, ognuno scritto da un alunno della classe, dedicati a diversi ambiti ma tutti collegati allo stesso tema: il gioco.

legnano bustoarsizio sartoni libro«C’è il gioco nell’amore, nella scuola, nella vita – spiega Emanuele, uno degli autori – Abbiamo scritto questi racconti come esperienza formativa in sostituzione dell’alternanza scuola-lavoro, saltata a causa dell’emergenza Covid. Ma prima, per prepararci adeguatamente, abbiamo seguito un laboratorio di scrittura con la cooperativa sociale Stripes».

Ricavi a “Me la Gioco” in memoria di Niccolò Sartoni

L’iniziativa rientra fra quelle promosse dall’associazione “Me la Gioco” fondata dai genitori e dalla fidanzata di Niccolò per mantenere vivo il  suo ricordo. In programma ci sono borse di studio, eventi sportivi e raccolte di fondi da destinare alla ricerca e alla prevenzione del melanoma. A scopo benefico sarà devoluto anche il ricavato dalla vendita del libro, tirato in 380 copie, arrivate su richiesta fino a Roma e in Puglia. Chi lo volesse acquistare, può farlo alla libreria Ubik in corso Italia a Legnano; considerato il successo nella diffusione, non è esclusa una ristampa.

legnano bustoarsizio sartoni libroUn’altra classe dello stesso istituto superiore legnanese, la IV professionale socio sanitario (qui sopra) ha condotto un’impresa sociale simulata e ha creato i supporti on line (sito internet, pagina Instagram, pagina Facebook) dove pubblicizzare il libro. «Per tutti – riprende Emanuele – è stata un’esperienza assolutamente nuova. A essere sinceri, all’inizio ci è parsa pesante, lunga e faticosa, con un racconto da scrivere ogni settimana per esercitarci che si accavallava agli altri compiti e alle verifiche. Per dirla tutta, non è stata proprio una passeggiata nel bosco. Ma poi entrare un giorno a scuola e vedere all’ingresso un banchetto con non una o due copie, ma parecchie, del libro che hai contribuito a scrivere, prenderlo in mano e sfogliarlo ti fa dire: non posso credere che sia stato io a farlo, abbiamo toccato il traguardo. E per una buona, anzi un’ottima causa».

Il ricordo di Sartoni, insomma, è in buone mani e si sta traducendo in opere riguardevoli. «La nostra classe – conclude Emanuele – l’ha avuto solo un anno, ma attraverso un altro gruppo siamo stati con lui a Lourdes e fuori dall’ambiente scolastico lo abbiamo conosciuto sotto un aspetto diverso. Abbiamo potuto così scoprirne il lato più giovanile e stare con lui come con un amico anziché con un nostro professore. E c’eravamo molto legati a lui».

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