Stupro a Ferno, il sindaco evita i giornalisti ma esterna sui social

FERNO – Cosa c’è da dire su uno stupro? Se lo chiede il sindaco di Ferno Sarah Foti prendendo una posizione legittima sulla violenza avvenuta alle 2.30 di venerdì 27 ottobre alla stazione di Lonate-Ferno. Salvo poi prodursi in un post da oltre 5mila battute sul suo profilo Facebook. Un post dove, doverosamente, esprime solidarietà alla vittima. Precisa di non voler parlare con i giornalisti sottolineando di essere, di solito, molto disponibile, ma non in questo caso perché: “cosa c’è da dire su uno stupro?“, salvo poi prodigarsi in un lungo elenco di quanto fatto nel suo Comune per garantire maggiore sicurezza. Le domande no, il post sì.

Uno stupro non si commenta

Nessuno avrebbe chiesto al sindaco Foti di “commentare” uno stupro. La violenza è tale da essere incommentabile da chiunque, non soltanto dal primo cittadino fernese. Le si sarebbe chiesto, eventualmente, quali misure si adotteranno per fare prevenzione sul territorio.

Il sindaco chiede. Il sindaco risponde

«Innanzitutto, da Sindaco con delega alla Sicurezza, mi sono messa in discussione, chiedendomi se, di fronte al verificarsi sul territorio di episodi di una tale violenza ed efferatezza, stia mancando in qualcosa. E su questo mi sento in verità di rassicurare tutti – il sindaco Foti si interroga e si risponde da sola rassicurando tutti sul lavoro fatto – Vi voglio dire non che faremo, ma che a Ferno già stiamo facendo tutto quanto nelle nostre possibilità per prevenire ogni forma di violenza e di inciviltà: il nostro Comune ha siglato il Protocollo di Sicurezza sulle Stazioni Ferroviarie proposto dalla Prefettura di Varese e, sulla scorta di questa firma, gli agenti del nostro Comando, nonostante le carenze di organico, non hanno esitato a mettersi a disposizione per effettuare, insieme alle Polizie Locali del circondario, turni straordinari a presidio delle Stazioni».

L’impegno del Comune

«Ma non è tutto: il Comune di Ferno non sta lesinando nulla in tema di videosorveglianza. Sono stati da poco spesi 70 mila euro per rinnovare le telecamere obsolete e per potenziare tutto il sistema di sorveglianza del territorio, che, nel frattempo, è stato oggetto di una ulteriore mappatura, in vista del posizionamento di nuove ed altrettante videocamere in punti strategici del paese. Stiamo impegnando risorse ed energie per promuovere azioni, iniziative e campagne di sensibilizzazione sul tema della sicurezza, partendo dalle scuole per arrivare al mondo adulto. Noi ci crediamo».

Bacchettata ai parlamentari

«Mi piacerebbe che i nostri rappresentanti in Parlamento e nelle istituzioni governative mostrassero la stessa attenzione e celerità dimostrata nello sbloccare presunte impasse dello sviluppo aeroportuale anche e soprattutto in tematiche così importanti, concrete e pregnanti com’è quella della sicurezza – scrive ancora Foti – una sicurezza che nel caso del nostro territorio è spesso strettamente legata proprio al fatto di trovarsi a ridosso di un aeroporto internazionale della portata di Malpensa e di una stazione ferroviaria che congiunge lo scalo alla Centrale di Milano. Occorre che ci stiano vicini e che ci aiutino molto più di quanto stanno facendo. Non c’è più tempo per aspettare».

L’ho saputo dai giornali

Ecco, tutto questo era quello che avremmo voluto chiedere al sindaco Foti se mai avesse risposto. Lo stesso sindaco che, nel suo post, ammette di aver appreso dell’accaduto dai giornali come tutti ma di aver scelto poi di confrontarsi con carabinieri e polizia locale. I carabinieri, nello specifico, sono coloro che stanno effettuando le indagini. Con chi altri dovrebbe confrontarsi un sindaco su un caso simile se non con i rappresentanti delle forze di polizia ed eventualmente con il Prefetto?

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