Takahashia japonica, a Castellanza scatta l’allarme. L’assessore: «Segnalatecela»

di Sarah Zambon

CASTELLANZA – Takahashia Japonica: è allarme anche a Castellanza. Aumentano le segnalazioni di piante infestate dall’insetto asiatico sul territorio lombardo: questa particolare cocciniglia “cotonosa”, facilmente riconoscibile per i suoi ovisacchi bianchi a forma di anello che avvolgono rami e foglie degli alberi colpiti andando a formare delle specie di ghirlande, è stata avvistata anche a Castellanza, in particolare sulle piante di piazza San Bernardo e delle vie limitrofe, oltre che su alcune essenze presenti nel cimitero cittadino e in alcuni giardini privati. Lo scorso anno, invece, aveva attaccato le piante del Parco Cantoni, del parcheggio del Municipio e di via Pomini.

Il Comune intensifica la sorveglianza

«Oltre ai luoghi di cui abbiamo già cominciato a ricevere segnalazione», afferma l’assessore all’ambiente Claudio Caldiroli, «ci saranno sicuramente altre zone in cui l’insetto si è insediato: faremo potature sugli alberi infestati presenti nei parchi cittadini, ma i privati dovranno occuparsi personalmente di far tagliare e distruggere i rami compromessi, perché gli ovisacchi bianchi sono pieni di ovuli microscopici che, una volta schiusi, daranno origine a migliaia di cocciniglie, che potranno diffondersi ad altre essenze. Allo stato attuale, tra l’altro, nessun prodotto chimico insetticida sembra essere efficace per contrastare la proliferazione della Takahashia».

Appello ai castellanzesi

Per evitare che la cocciniglia cotonosa possa diffondersi a macchia d’olio, «chiediamo ai cittadini di intervenire prontamente se la avvistano nel proprio giardino», conclude Caldiroli, «e di segnalarne la presenza all’Ufficio Ecologia del Comune di Castellanza», che risponde al numero 0331 526.213 – 217, il lunedì dalle 11 alle 13, il mercoledì dalle 15 alle 18, il giovedì su appuntamento e il venerdì dalle 9 alle 11. Quali piante vengono colpite dalla Takahashia japonica? Fortunatamente, questo insetto alloctono non prolifera su tutti i tipi di alberi indistintamente, bensì predilige le piante ornamentali. In Lombardia, le piante colpite sono principalmente aceri (in particolare, l’Acer pseudoplatanus), albizia (Albizia julibrissin), albero di giuda (Cercis siliquastrum), carpino bianco (Carpinus betulus), gelso nero e bianco (Morus nigra e Morus alba), bagolaro (Celtis australis), liquidambar (Liquidambar styraciflua) e olmi (Ulmus sp.).

Una speranza per combatterla

A Rho intanto è in corso una sperimentazione con l’impiego di insetti antagonisti. L’Ufficio Ecologia del comune rhodense sta affrontando il problema con metodi innovativi: uno studio condotto dal LEAA (laboratorio di entomologia applicata Agroblu) e da Verdeblu Srl, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, infatti, si propone di utilizzare insetti antagonisti delle Cocciniglie: attualmente, si è notata la predazione naturale della Takahashia da parte di alcune coccinelle e si stanno studiando preparati biologici a base di funghi parassiti. Questo permette di non utilizzare prodotti chimici aggressivi, – di cui per altro non è apprezzabile l’efficacia -, preservando la biodiversità e la salute umana, ed evitare tagli sull’intera pianta colpita o capitozzature non necessarie. La durata dello studio sarà di cinque mesi, in cui verranno effettuati due lanci per ogni pianta secondo i dati raccolti in fase di monitoraggio.

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