Tragedia di Mesenzana, il vicino: «Ho sentito l’urlo della madre. Gesto inimmaginabile»

I carabinieri davanti alla casa della tragedia di Mesenzana

MESENZANA – «Ho sentito le urla di una donna, sono uscito da casa e ho visto la madre dei bambini con la testa tra le mani. Una tragedia che qui nessuno avrebbe mai immaginato». Chi parla è un vicino di casa di Andrea Rossin, l’uomo di 45 anni che (giovedì 24 marzo) ha ucciso i due figli colpendoli alla gola con una roncola e poi si è tolto la vita con la medesima “arma” da taglio.

«Andrea – continua il vicino – l’ho visto ieri sera. Stava lavorando con una smerigliatrice alla carrozzeria della macchina. Era tranquillo, ci siamo salutati e nulla lasciava immaginare a quanto sarebbe successo dopo. I bambini? Ieri sera non li ho visti. Ma per quanto possiamo dire spesso vedevamo quel papà giocare con i bambini in cortile».

L’amico: «Voleva più bene alla figlia che alla compagna».

Di Andrea, ma anche del rapporto che aveva con i figli, soprattutto con Giada, che avrebbe compiuto 14 anni il 31 marzo, parla un amico del padre omicida-suicida. «Andrea era più innamorato della figlia che della compagna. Non ci sono parole per descrivere quello che è successo. Loro insieme vivevano in zona Riviera. Si erano separati da un mese. Andrea e Luana (così si chiama la mamma dei figli ndr) sono persone stupende. Anche la separazione, se si esclude qualche litigio non è stata burrascosa. Cose normali normali direi. E credo non ci fossero nemmeno particolari problemi economici». Anche l’amico di Rossin non si dà pace: «Ma come si fa».