Tre giorni di incontri e accoglienza: a Solbiate è festa per San Maurizio

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SOLBIATE ARNO –  Il concerto “Voci e suoni dal mondo” dell’Orchestra Amadeus che si terrà venerdì 20 settembre, alle ore 21, in Chiesa; la sottoscrizione a premi, i cui incassi, come tutti quelli della kermesse, saranno destinati al progetto di rifacimento dell’oratorio; l’appuntamento con il comico di Zelig, Sergio Sgrilli, per sabato 21 settembre, alle ore 21 in Oratorio; e, infine, a chiusura di una tre giorni intensa di eventi e momenti di incontro, gli immancabili fuochi di artificio, di domenica 22 settembre, alle ore 23. Torna la Festa Patronale di San Maurizio di Solbiate Arno.

La festa e il dialogo

Da venerdì 20, fino a domenica 22, il paese si riempirà di colori ed eventi dedicati alla comunità. Per divertirsi, incontrarsi, ma anche riflettere. Quest’anno, infatti, la tradizionale festa di Solbiate Arno, chiude idealmente un trittico dedicato al “Dialogo è…” partito nel 2017, quando venne posto al centro il tema “Costruire Ponti”. L’anno scorso fu la volta del messaggio “Abbattere i muri”. Ora, invece, spiega il Parroco, Don Paolo Croci, è arrivato il momento di “Accogliere le differenze”. Troppo facile, anche in questo caso, il rimando alla politica. Ma Don Paolo, come per le passate edizioni, vuole subito chiarire che l’aspetto dell’attualità non sarà al centro di alcun ragionamento. Anzi, il tema è stato scelto, più di tre anni fa, su altri presupposti: «So che molti penseranno a riflessioni su etnie, culture, religioni, colore politico o della pelle, abilità fisiche e psichiche… no, tutte queste cose le lascio a uomini e donne ben più colti ed esperti di me –  spiega il parroco – Io, invece, insieme a tutta la comunità solbiatese, più modestamente sento l’esigenza di sottolineare che differenza è tutto ciò che rende un altro… un altro. Nel senso di un altro essere unico al mondo. Sembra banale, ma tutti sono differenti da me, come io sono differente da tutti. Lo sono nel cibo che mi piace e nell’abbigliamento, nel gusto letterario, sportivo, politico, nel guardare la stessa persona e provare sentimenti diversi. Eppure, ci ostiniamo a non comprendere questa semplice realtà».

Costruire la propria identità

Il ragionamento è, allo stesso tempo, religioso, psicologico e, inevitabilmente, sociale: «Ognuno di noi combatte ogni giorno per costruire la propria identità, lottiamo per mantenerla anche in contesti difficili. Pensiamo, ad esempio, all’omologazione che incatena i gruppi degli adolescenti a scelte imposte da altri. Ma poi pretendiamo che l’altro perda o rinunci alla propria identità per diventare uguale a me. La differenza è un dato oggettivo: non tenerne conto significa annientare l’altro, cercare di prevaricarlo con il mio io». Allora cosa vuol dire accogliere le differenze perché esista un dialogo vero? Per Don Paolo ci può essere una sola risposta: «Semplicemente permettere all’altro di essere, con le sue differenze. Quanti matrimoni sono naufragati, quanti ragazzi hanno odiato scuola e sport, quante parrocchie si svuotano perché l’altro non è me, non la pensa come me e quindi è sbagliato». Ecco allora il vero significato della Festa di San Maurizio di quest’anno che, tra una salamella e una costina, tra momenti di gioia e di svago, tra musica, comici e giochi, Don Paolo cercherà di condividere con la comunità di Solbiate Arno e dei Comuni limitrofi: «Vincere il disorientamento che l’altro ti provoca con la sua differenza e buttarsi nel gioco dell’accoglienza. Magari alla fine ne esci più ricco anche tu. Non sarebbe male come trofeo». L’elenco delle iniziative durante la tre giorni è lungo e difficilmente riassumibile in poche righe (ma è comunque consultabile sulla pagina Facebook Festa Patronale di San Maurizio). Un momento fra tutti, però, sarà quello che più di altri cementerà il senso di appartenenza dei solbiatesi. La Santa Messa di domenica alle ore 10. Non solo perché sarà la celebrazione solenne dedicata al Santo Patrono del paese. Ma anche perché a presiederla sarà un solbiatese doc: Monsignor Peppino Maffi (ex Prevosto di Varese), nel 50esimo anniversario di ordinazione.

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