Un Paese che viaggia contromano

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La notizia della commerciante multata con oltre cinquemila euro dai solerti vigili urbani di Gallarate per avere affisso piccole vetrofanie sul  suo negozio, in difformità dalle norme sulla pubblicità occulta, ha suscitato comprensibili reazioni, molte di indignazione contro un provvedimento ritenuto oneroso e sproporzionato rispetto all’infrazione commessa. Ma la legge è legge. E nel nostro Paese, considerato la patria del diritto, i legislatori sono i più prolifici del mondo occidentale. Prolifici e spesso pasticcioni e in contraddizione con la pratica del buon senso, che non prevede norme scritte (sul come sono scritte bisognerebbe aprire un capitolo ad hoc) ma, appunto, un minimo di sale in zucca.

Così, se l’aver aggirato le prescrizioni sulle vetrofanie produce tali effetti, rimane da capire la libertà concessa a poche ore dall’arresto, in quel di Busto Arsizio, a una ladra acclarata e seriale, presa con le mani nel sacco, ma soprattutto recidiva (deve rispondere di una serie impressionante di furti). Appena fuori che cosa avrà fatto se non rubare di nuovo? Colpa dei giudici che le hanno evitato il carcere? No, colpa delle leggi che in simili casi sono di manica larga. In questi casi, come in molti altri, a fronte di un’attività repressiva e sanzionatoria incomprensibile su diversi versanti.

Qualcuno dirà che abbiamo scoperto l’acqua calda, che proponiamo temi vecchi, scontati, triti e ritriti. Sono però anche temi irrisolti, che condizionano la vita di tutti noi. Nessun politico è sinora stato capace di mettervi mano con successo, correggendo le storture di un sistema che sembra punire i cittadini più onesti, quelli che ad esempio pagano le tasse, e premiare chi delinque davvero.

Appunto, le tasse. Non certo per cambiare discorso ma per puntualizzare un’altra questione che tiene inutilmente banco da decenni, monopolizzando il dibattito politico ad ogni legge di bilancio, senza che si trovino soluzioni accettabili. Per non dire della burocrazia e della necessità di semplificare le procedure. Un altro argomento che rimane oggetto di infiniti bla bla e di nessun intervento decisivo.

Nel frattempo i partiti litigano sulla prescrizione dei processi che, a quel punto, senza un termine predefinito, non avrebbero mai fine. Così che una persona rischi di rimanere imputata a vita, senza che sia riconosciuta la sua colpevolezza o la sua innocenza. Vi pare possibile? Ad alcuni rappresentanti istituzionali e parlamentari non sovvengono dubbi in proposito. Anzi. Col risultato di aggiungere confusione a confusione, senza punti fermi né consapevolezza di un contesto che richiederebbe ben altri provvedimenti. Che non riguardano affatto pratiche forcaiole in spregio al doveroso garantismo, ma perlomeno che tendano a razionalizzare un sistema farraginoso e punitivo laddove, al contrario, dovrebbe risultare meno opprimente. Vana speranza, ci verrebbe da dire ritornando alla multa per le vetrofanie e alla “grazia” concessa alla ladra, rappresentazione plastica di come un Paese possa viaggiare contromano. Prima o poi andrà a sbattere.

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