Un territorio giovane, ma un po’ “spento”: studio demografico su zona Ticino Olona

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LEGNANO – Una radiografia precisa e aggiornata dell’Ovest Milanese, con le sue dinamiche sociali e i bisogni più urgenti. La Fondazione di Comunità Ticino Olona ha affidato al Centro Studi PIM di Milano la ricostruzione di un quadro conoscitivo del suo territorio di riferimento, con l’obiettivo di partire da una conoscenza approfondita (e aggiornabile nel tempo) del proprio contesto per meglio focalizzare temi e politiche su cui accompagnare i tanti progetti che, “dal basso”, possono rafforzare il senso di appartenenza alla comunità e generare uno sviluppo inclusivo e sostenibile. I risultati sono stati presentati sabato 5 ottobre al convegno sul tema “Territorio e volontariato” nella prima delle due Giornate del Volontariato organizzate dalla Fondazione con il Comune di Legnano.

Un’area vasta e molto differenziata, prossima al mezzo milione di abitanti

Lo studio, articolato in 5 capitoli, parte da una lettura del territorio e analizza poi caratteristiche ed evoluzione della popolazione residente, la sua condizione occupazionale e il tessuto produttivo ed economico, gli indicatori che riguardano l’istruzione e l’offerta educativa e culturale, la condizione sociale degli abitanti e la dotazione del sistema sanitario e assistenziale. Il percorso di analisi restituisce il racconto di un’area con una grande estensione territoriale e molto differenziata al suo interno, in cui la popolazione residente è cresciuta negli ultimi 10 anni di quasi 30.000 unità e arriva oggi a contare 490.000 persone. La porzione del Legnanese è quella con la maggiore densità abitativa: nei suoi 11 comuni risiede il 38,5% della popolazione, mentre l’Abbiatense, pur comprendendo 19 comuni, presenta un tessuto insediativo molto rarefatto.

Due fasce distinte da nord a sud a seconda della distanza da Milano

Anche se la quota di popolazione straniera supera di poco l’8% (40.466 residenti), valore decisamente inferiore a quello medio del territorio metropolitano, senza questo apporto la crescita della popolazione si sarebbe fermata al 3,6% e, in alcuni comuni, sarebbe addirittura diminuita: a Boffalora, Binasco, Nerviano, Magenta, Vittuone, San Vittore Olona, Villa Cortese, Canegrate, Inveruno, Vanzaghello e Castano Primo l’incremento demografico degli ultimi 10 anni è infatti da ascriversi esclusivamente al saldo positivo della popolazione straniera. I residenti della zona Ticino Olona nel suo complesso sono in media più giovani di quelli della Città metropolitana e, di conseguenza, è maggiore l’incidenza dei bambini piccoli e dei giovani in età scolare; per contro, si evidenzia una quota inferiore alla media metropolitana dei residenti con più di 75 anni. Anche in questo caso emergono significative disomogeneità territoriali: nei comuni del Legnanese e del Castanese è maggiore la quota di residenti anziani. D’altra parte, i territori che da nord a sud costituiscono la fascia più prossima al capoluogo, appaiono quelli con la quota maggiore di bambini piccoli, probabile esito di nuovi insediamenti di famiglie giovani. Anche rispetto agli indicatori occupazionali la geografia del territorio appare divisa in due lungo un’asse longitudinale che vede i tassi di occupazione più elevati nei comuni che, da nord a sud, rappresentano la prima e seconda cintura del capoluogo.

Nel Castanese i tratti socio-economici più critici

In estrema sintesi, non semplice per un’area così variamente articolata, sembra emergere la convivenza di due sistemi territoriali, la porzione occidentale del Ticino Olona e l’asse orientale più contigua al capoluogo. Tessuto più consolidato il primo, meno soggetto a cambiamenti strutturali della popolazione e del tessuto produttivo, evidenzia una tendenza all’invecchiamento della sua struttura demografica ed economica, mentre il secondo appare più dinamico e in qualche modo, più ricco di risorse e opportunità. A parte il Castanese, che ricade interamente nella prima fascia e sembra la zona dai tratti più critici, le altre, Legnanese, Magentino e Abbiatense, come si legge nello studio «si nutrono di un mix di traiettorie di sviluppo che può diventare un’opportunità, a patto di avere un respiro territoriale che vada oltre i confini del singolo comune, riuscendo così a mettere in gioco competenze e cooperazione fra soggetti diversi, pubblici (a livelli diversi), privati, del privato sociale, con particolare riferimento al mondo della cooperazione e del terzo settore».

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