Su Malpensa Regione Lombardia è latitante e non si assume responsabilità

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Alcune settimane fa si è svolto un incontro istituzionale tra Regione Lombardia e i Comuni di prima fascia, cioè quelli geograficamente più prossimi all’aeroporto, il CUV (Consorzio Urbanistico Volontario), sul tema Malpensa e il relativo Masterplan presentato da SEA al Ministero dell’Ambiente per il parere sulla VIA. Da questo incontro è scaturita l’intenzione di costruire un tavolo delle infrastrutture e nelle proposte di integrazione che Regione Lombardia ha espresso, oltre al suo scontato sostegno all’ opera, ci sono parecchie criticità nei confronti dello stesso Masterplan.
Nulla in contrario sulle enunciazioni da parte di Regione Lombardia che invita anche SEA ad avere un confronto con il territorio. In tutto questo nulla di male, ma ci sono cose che non appaiono chiare. Innanzitutto ci chiediamo come mai oltre al CUV non siano stati sentiti i Comuni di seconda fascia, il COR2 (13 Amministrazioni del varesotto) e i Comuni dell’alto milanese, detti del Castanese (5 Amministrazioni) che hanno inviato osservazioni al Masterplan. Per quanto riguarda le osservazioni, si va oltre i confini lombardi coinvolgendo la Regione Piemonte, la Provincia di Novara e alcuni Comuni del novarese, tutti soggetti coinvolti dalla presenza di Malpensa, si tratta dunque di un’area ampia che va ben oltre i Comuni del CUV. Secondo noi il soggetto che dovrebbe creare le condizioni per un confronto con il territorio è Regione Lombardia, non SEA.
Singolari sono anche le sollecitazioni di tutela ambientale nei confronti del Ministero dell’Ambiente. Sicuramente R.L. si è dimenticata che nel 2009 è scaduto il Piano d’area Malpensa, rimasto nei cassetti regionali, mai aggiornato e sviluppato adeguandolo alle nuove situazioni che da allora si sono concretizzate; nella stesura del Piano d’area è ora prevista per legge la VAS. Siamo consapevoli che il tema Malpensa è complesso, ma se Regione Lombardia, che dovrebbe pianificare gli interventi sul territorio e dialogare con i soggetti coinvolti è latitante e non si assume le proprie responsabilità, tutto ciò diventa più difficile e complicato. Dopo un ventennio che la popolazione locale, rappresentata dalle proprie Amministrazioni, aspetta risposte è giunto il momento di affrontare ed eventualmente risolvere i problemi fondamentali per il bene di tutti e stabilire, attraverso il dialogo e la partecipazione con le parti istituzionali e sociali locali dell’area intorno all’aeroporto, quale sarà il futuro e quale tipo di sviluppo dovrà esserci.

Per il direttivo di UNI.CO.MAL.
Massimo Uboldi

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