Valzer delle nomine per i dg della Sanità. In pista Varese e Busto

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Guido Bertolaso e Attilio Fontana, arbitri della partita per i nuovi manager della sanità lombarda

Sono giorni decisivi, meglio ancora, ore cruciali, per la nomina dei direttori generali della sanità lombarda. Una quarantina di caselle che la giunta regionale dovrà riempire con i nomi di manager chiamati a gestire ospedali, ats e irccs. Scelte delicate per lo stato di una sanità che alle indiscusse eccellenze somma una serie di disservizi sinora irrisolti, fonte di disagi per i cittadini e di forte preoccupazione per la stessa Regione a cui compete la gestione dell’importante settore. Scelte altrettanto delicate perché discendono dalla politica che, ogni volta che si ripresenta il rinnovo dei direttori generali, va in sbattito.

Scopriamo l’acqua calda sottolineando il fatto che i dirigenti ospedalieri e dei diversi enti collaterali fanno da sempre riferimento alle segreterie politiche, le quali distribuiscono gli incarichi sulla base dei loro pesi elettorali e su candidati che, più o meno apertamente, rispondono ad esse. Insomma, è il solito valzer delle poltrone, smentito a parole, riproposto nei fatti. In un simile contesto è Fratelli d’Italia, azionista di maggioranza a Palazzo Lombardia, che guida l’operazione. Sulla base del consenso ottenuto alle ultime consultazioni chiede, anzi, pretende di occupare il maggior numero di posti rispetto agli alleati. In secondo piano finiscono così Lega e Forza Italia, che difficilmente otterranno la conferma di tutti i “loro” direttori generali in uscita. Determinante risulterà essere la mediazione tra i gruppi del centrodestra dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso.

La partita, ci pare scontato, è soprattutto su Milano, con i suoi ospedali e istituti di prestigio. Poi, a scendere, Pavia, Bergamo, Brescia, Varese e così via. All’Asst dei Sette Laghi potrebbe essere riconfermato il commissario Giuseppe Micale, una scelta in continuità per un dirigente che subentrato in corsa a Gianni Bonelli, trasferitosi al vertice della Fondazione Mondino, ha governato gli ospedali che  dipendono da Villa Tamagno senza intoppi di sorta. Gradito per altro al governatore Attilio Fontana, la sua riconferma è data per certa. Fermo restando che i giochi della politica si fanno, in questi casi, soltanto all’ultimo momento.

Proprio per queste incertezze e per le possibili sorprese in dirittura d’arrivo è difficile fare pronostici sull’Ats dell’Insubria. L’attuale direttore generale, Luca Maria Gutierrez, è dato in uscita. Il suo eventuale sostituto è in ballottaggio con Como (su parte dei suoi territori si estendono le competenze della Agenzia di tutela della salute insubre). Discorso a parte e molto, molto particolare riguarda invece l’Asst della Valle Olona. Qui, il futuro direttore generale che prenderà il posto di Eugenio Porfido, prossimo alla pensione, assumerà su di sé una responsabilità enorme, divisa in tre: la realizzazione dell’ospedale unico tra Busto Arsizio e Gallarate, la gestione dei due ospedali esistenti fino all’apertura (tra una decina d’anni?) del nuovo, l’avvio dell’hub regionale per le emergenze nel vecchio Deposito dell’Aeronautica militare a Gallarate.

Non una passeggiata, anche alla luce delle carenze di personale che impediscono una normale attività di assistenza e cura. A Busto Arsizio guarda con grande interesse Fratelli d’Italia, che mette in campo una serie di manager. Chiaramente tecnici di provate capacità, con esperienze acquisite sul campo. Mario Mantovani, potente ex assessore alla Sanità regionale, pare vedere bene Ezio Belleri, oggi a capo del Policlinico di Milano; il gruppo dei meloniani che si riferiscono a Ignazio La Russa – tra di loro c’è l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso – sembra spingere per Matteo Stocco, dg all’Asst San Paolo e Carlo. Il diretto interessato ambirebbe però al Niguarda, ma la casella bustese è oggi di importanza basilare.

Per questo, Guido Bertolaso avrebbe fatto il nome di Carlo Nicora, un varesino di riconosciute competenze nella gestione della Sanità. Per lui, il problema sarebbe essenzialmente di casacca: non è organico a Fratelli d’Italia. Sin qui i sussurri e le grida. I giochi sono però apertissimi e quanto vale oggi potrebbe essere smentito tra poche ore. Ciò che è certo, la sanità regionale e, nella fattispecie, quella di Busto Arsizio/Gallarate, ha bisogno di dirigenti all’altezza. Prima che alle appartenenze bisognerebbe guardare alle competenze. Questo però è un problema datato, una condizione per cui la politica politicante non trova o non vuole trovare soluzione. Dopo tutto, le conviene mantenere lo status quo.

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