Varese, Gregori replica a Bonoldi sull’eutanasia. E chiude il caso

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VARESE – Dopo le dichiarazioni di Guido Bonoldi, candidato di primo piano sceso in campo al fianco del sindaco Davide Galimberti, con le quali criticava apertamente l’uscita di Volt (altra forza in campo nella coalizione pro-Galimberti) con la quale si promuoveva un referendum per legalizzare l’eutanasia arriva la replica di Mauro Gregori, fondatore de La Civica, arrivato nelle fila di Volt dopo una prima candidatura con Varese in Azione.

Lo scontro con Volt

«Guido Bonoldi – replica Gregori – candidato nella lista Lavoriamo insieme per Varese, uomo di riferimento di Comunione e Liberazione parla di intervento da “cartellino rosso” nel definire l’inappuntabile discorso di Valeria Magnolfi, nostra capolista alle amministrative, durante la presentazione della coalizione a favore della rielezione di Davide Galimberti». E questo «Perché?», si domanda Gregori.

Il referendum sull’eutanasia

«Perché Valeria Magnolfi ha giustamente e sacrosantamente evidenziato nel proprio intervento che Radicali Varese Volt Varese Cellula Coscioni Varese e La Civica stanno raccogliendo anche a Varese in questi mesi e ne hanno raccolte anche domenica a decine, durante la presentazione delle liste all’Ippodromo, tra i candidati e cittadini presenti, firme affinché si possa tenere un referendum a favore dell’eutanasia, della legittimità di ciascuno di noi di scegliere liberamente come morire se malato terminale e senza speranze», riassume il fondatore de La Civica.

No alla censura

«Chiedere di poter scegliere della propria vita è per Bonoldi un tema di cui non parlare, da non affrontare, chi ne parla dovrebbe essere “espulso”. Mi spiace per l’arretratezza di tale pensiero, avrebbe potuto, il dottor Bonoldi cavarrsela con un distinguo sull’argomento, ma è andato oltre davanti alla domanda postagli, lanciandosi in dichiarazioni che lasciano perplessi per Radicali, Volt, rappresentanti dell’associazione Coscioni e de La Civica, avrebbe applicato la censura. Davide Galimberti non ha chiesto di poter vedere il testo del nostro intervento: siamo in questa condizione perché portatori, ognuno della propria storia, fatta di lotte per il diritto e le scelte individuali, battaglie sulle quali non transigiamo che qualcuno possa voler mettere un veto e ne siamo orgogliosi. Prendo atto, visto che sono stato coinvolto dalle affermazioni del dottor Bonoldi, delle sue dichiarazioni», aggiunge Gregori.

Incidente chiuso

Che chiude la vicenda non rinunciando ad un’ultima provocazione: «Incidente chiuso per quel che mi riguarda, visto che nessuno ha avuto nulla da ridire all’interno della coalizione, ci sarebbe mancato che qualcuno chiedesse la nostra espulsione, dico io – conclude Gregori – Speriamo che il dottor Bonoldi, stimato professionista, eviti di stigmatizzare ancora chi lotta per la libertà di scegliere di che morte morire, con piena autodeterminazione. Chissà cosa potrà mai dire nel momento in cui partiremo con la raccolta firme sulla legalizzazione delle droghe leggere. Aspetto le sue dichiarazioni in merito».

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