Varese, chiusa la Festa della Montagna. Con qualche assenza istituzionale

Sacro monte festa montagna alpini

VARESE – «Per la nostra associazione il ricordo dei Caduti senza croce si unisce all’impegno sul territorio, in special modo nel sostegno ai più deboli e nelle attività di protezione civile». Con queste parole, questa mattina, al termine della messa celebrata dal vicario episcopale della diocesi di Milano, monsignor Giuseppe Vegezzi, ai piedi delle Tre Croci al Campo dei Fiori, il presidente della sezione varesina dell’Associazione nazionale alpini, Franco Montalto, ha spiegato il significato attuale dell’annuale cerimonia promossa dalla sezione aggiungendo che «dopo aver sostenuto attività straordinarie a causa della pandemia, compreso l’impegno dei nostri volontari all’ospedale da campo dell’Ana a Bergamo, in questi giorni alcuni nostri soci si trovano in Sicilia per bonificare, verificare e sostenere quelle terre devastate dagli incendi».

In ricordo di monsignor Pigionatti

Dopo aver ricordato la figura di monsignor Tarcisio Pigionatti, il cappellano delle penne nere e dei vigili del fuoco della provincia «al quale dobbiamo la tradizione di questo appuntamento e grande riconoscenza per ciò che gli alpini rappresentano ancora oggi sul nostro territorio», Montalto ha voluto sottolineare che «la celebrazione della messa come momento centrale della cerimonia è stata una scelta di valore e non un gesto dovuto».

Oggi, alle Tre Croci è suonato un campanello d’allarme che i vertici della sezione e del gruppo Ana di Varese non dovranno ignorare. Alla cerimonia in suffragio dei Caduti senza croce e dei militari impegnati in operazioni di pace caduti nell’adempimento del loro dovere, per la prima volta nella ultradecennale storia dell’evento, si sono registrati molti vuoti. Hanno sorpreso infatti, le assenze dei rappresentanti di alcune istituzioni e associazioni d’Arma.

Sacro monte festa montagna alpini

I presenti

Accanto ai vessilli delle sezioni Ana di Varese, Luino, Novara e Pavia e ai gagliardetti di numerosi gruppi della provincia, era presente solo il vessillo della sezione varesina dell’Associazione Arma Aeronautica con il presidente Giuseppe Battistella. Accanto al sindaco, Davide Galimberti, erano presenti, tra gli altri, il consigliere nazionale dell’Ana, Severino Bassanese, il presidente della sezione di Pavia, Gianni Varesi, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Albanese, il comandante della stazione Carabinieri di Varese, luogotenente Giovanni Piredda, e il vicecomandante della Polizia locale del capoluogo, Fabio Conti, accompagnato dal commissario capo coordinatore Andrea Modena.

Colto da malore

A causa del caldo afoso, il consigliere della sezione di Novara, Mauro Signini, è stato colto da malore. Prontamente soccorso dalle infermiere volontarie e dai volontari del comitato di Varese della Croce rossa italiana, guidati dall’ispettrice Monica Malnati e dal vicepresidente del comitato, Simone Filippi, l’alpino si è ripreso in breve tempo. All’omelia, il vescovo Vegezzi ha proposto una riflessione sulla solennità dell’Assunta. «E’ la festa in cui siamo invitati a guardare le cose dall’alto. Non per distaccarsi dalla realtà – ha precisato il presule – ma per avere sulle cose uno sguardo diverso con gli occhi di Dio e di Maria».

Commentando il cantico di Maria, presentato nella pagina del vangelo di Luca, monsignor Vegezzi ha detto che «il Magnificat non è poesia ma, l’invito a guardare la realtà con occhi diversi perché, è anche giusto invocare il Signore ma, imparando da Maria, non dobbiamo dimenticare di magnificarlo per le cose che abbiamo. La certezza della fede – ha concluso il vescovo – ci fa vivere l’Assunzione della Beata Vergine Maria come prolungamento della Pasqua e festa della predestinazione cristiana invitandoci quindi, ad osservare le cose guardando in alto».