Si accende Palazzo Estense: inaugurata la nuova illuminazione del Comune di Varese

VARESE – L’applauso del pubblico sparso lungo il marciapiede di via Sacco ha salutato ieri, giovedì 25 febbraio, l’accensione della nuova illuminazione esterna di Palazzo Estense, sede del municipio di Varese: i presenti, tra cui il sindaco Davide Galimberti, la giunta e i vertici delle forze dell’ordine, hanno potuto ammirare la facciata del Comune colorarsi in base alle diverse tonalità proiettate dall’impianto led sul lato opposto della strada.

La storia del municipio

Come ha spiegato Galimberti, l’intervento, «che sicuramente lascerà la città con gli occhi strabiliati», si inserisce tra le attività di valorizzazione dei suoi beni culturali che ultimamente hanno incluso, come testimoniato dalla presenza di monsignor Luigi Panighetti, i lavori di ristrutturazione del campanile di San Vittore.
Nel Salone Estense Serena Contini, responsabile dell’Ufficio Ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale, ha ripercorso la storia della sede comunale, del suo parco e del “padrone di casa” Francesco III d’Este, signore di Varese e per diciassette anni governatore di Lombardia. Fu il nobile ad acquistare nel 1766 l’edificio, edificato a inizio secolo per volere del ricco commerciante Tommaso Orrigoni, e a trasformarlo su progetto di Giuseppe Antonio Bianchi, che modellò il giardino a somiglianza di quello della reggia imperiale a Schönbrunn.

I lavori sulle facciate e sul parco

Dopo una carrellata di foto storiche, che hanno mostrato Palazzo Estense e via Sacco da inizio Novecento fino agli anni Settanta, Alessandro Visentin, amministratore delegato dello sponsor City Green Light, società impegnata nella riqualificazione dell’illuminazione pubblica della città, ha illustrato con Roberto Nessi e Alessando Breviliero i particolati tecnici delle operazioni.
Gli interventi, che hanno coinvolto sessanta corpi illuminanti, sono stati possibili grazie all’istituzione di un apposito ufficio per la raccolta fondi e le sponsorizzazioni. I lavori sulle facciate esterna, interna e sul parco, sono stati seguiti dalla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio; non solo è stata rivolta particolare attenzione al modo in cui la luce interagisce con il contesto monumentale ma anche a come evitare, prendendo a riferimento le varie leggi regionali in merito, la sua dispersione verso il cielo.

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