VARESE – Pinti sì, Pinti no, Pinti nì. Il tormentone continua. E sul tavolo per ora c’è solo il nome di Marco Pinti come candidato sindaco. Pinti che fino a questo momento ha scelto la via del religioso silenzio. Che rompe prima di una serie di incontri decisivi. Ma non per parlare della sua ipotizzata candidatura, ma per chiedere «rispetto per questo momento difficile del centrodestra».
Difficoltà non per ragioni politiche
Rispettate questo momento. La difficile prova di sostituire il nostro candidato non nasce da ragioni politiche, ma da necessità legate alla condizione di Roberto. È normale che occorra del tempo per individuare chi si assumerà l’onore e l’onere di prenderne il testimone. Ma in frangenti cosí delicati, la normale contrapposizione degli schieramenti deve avere la decenza di fare un passo indietro. Spero di non dover più leggere le speculazioni e i proclami di esultanza con cui, negli scorsi giorni, il centrosinistra ha commentato il fisiologico dibattito in corso nel centrodestra. Prima vengono le persone, poi la politica. Per questo, ai nostri avversari dico: rispettate questo momento.
Parole quelle di Marco Pinti che vanno della direzione di alzare una barriera di protezione in un momento complicato del centrodestra, che al momento ha immolato sull’altare delle candidature parecchi nomi. Tra quali, occorre ricordare, le candidature dei istituzionali leghiste (da Matteo Bianchi, a Francesca Brianza a Emanuele Monti, Barbara Bison, Carlo Piatti), di bandiera (ma di altri partiti) come Andrea Pellicini, quelle civiche come Mauro della Porta Raffo (ma anche quelle di Rosario Rasizza) e quelle sul filo del civismo come Luigi Zocchi. Candidatura quest’ultima scartata dalla Lega, ma tenuta in vita dal resto della coalizione.
Insomma non si è ancora arrivati al dunque. Probabilmente si arriverà nelle prossime ora e, almeno stando ai ben informati, non sono escluse sorprese. O tentativi di sparigliare la strada che fino a questo momento porta proprio a Marco Pinti.
