Varese, la Lega presenta i candidati a Camera e Senato, ma rinvia i congressi

Da sinistra: Candiani; Bianchi, Cantù, Romeo, Arrigoni, Valditara e Gualandris

VARESE – La Lega presenta i suoi candidati territoriali a Camera e Senato, all’uninominale e del listino proporzionale, ma rinvia tutti i congressi. A partire da quello della sezione di Varese. Congresso che avrebbe dovuto tenersi a brevissimo (dopo lunga attesa, tanta melina e zero date fissate sul serio). Ma questa volta a far saltare il rinnovo delle segreterie e l’archiviazione dei commissariamenti in essere non sono strategie politiche interne, bensì le stringenti esigenze elettorali.

«Dobbiamo rinviare il congresso a Varese, ma anche tutti gli altri – spiega il commissario provinciale Stefano Gualandris – le elezioni hanno fatto slittare tutto. Io spero, come ho sempre detto, di poter mandare Varese a congresso il prima possibile. Anche se le regionali, a ben guardare, non sono così distanti». Insomma, rinvio sine die.

La presentazione dei candidati

Ma veniamo alla presentazione dei candidati che si è tenuta questa sera (giovedì 1 settembre) nella sede del Garibaldino. Appuntamento di liturgia fissato per trovare un momento di squadra, seppur con qualche assenza giustificata, e per annunciare che la Lega farà una campagna pancia a terra, «perché – ha dichiarato il commissario provinciale Gualandris – a Varese siamo il primo partito della coalizione e vogliamo continuare a esserlo». Insomma una sfida nella sfida.

Le migliori competenze in campo

Superata (più o meno) la delusione delle candidature, la parola d’ordine è “Siamo una squadra fortissima”. Assenti compresi. Ovvero: il capolista del proporzionale Umberto Bossi («L’ho sentito in giornata, saluta tutti i presenti», dice Gualandris); Simona Bordonali, candidata lombarda, ma non varesina e Manuela Maffioli, vicesindaco di busto e candidata nel proporzionale alla Camera. Non si sono visti nemmeno gli uscenti non ricandidati quali Leonardo Tarantino e Dario Galli.

Presenti invece i due player negli uninominali, ovvero Stefano Candiani alla Camera e Massimiliano Romeo al Senato. Matteo Bianchi (proporzionale Camera); Maria Cristina Cantù, Paolo Arrigoni e Giuseppe Valditara (listino del Senato). Ognuno ha messo in campo le proprie competenze e spiegato quali saranno le tematiche che porteranno avanti in campagna elettorale, ma anche una volta che le urne saranno chiuse.

I temi

Temi generali con declinazioni territoriali trattandosi di campagna elettorale nazionale. Politiche agricole, sicurezza, protezione civile e vigili del fuoco i temi toccati dl tradatese Stefano Candiani. «Riprenderemo in mano il progetto di un centro della sicurezza alle Fontanelle di Malnate». Difesa delle imprese del tessuto produttivo «della provincia di Varese che, come Monza dalla quale provengo, ha un sistema forte e che va tutelato», per Massimiliano Romeo.

Rapporti con la Svizzera e il tema del lavoro e dei posti di lavori per Matteo Bianchi: «Il Canton Ticino “gode” di ben 35 mila lavoratori frontalieri. Questo significa lavoratori specializzati e formati che vanno a creare ricchezza in un Paese vicino e con il quale bisogna e dobbiamo tenere rapporti di dialogo. Però dobbiamo anche pensare alle nostre aziende». Senza dimenticare Malpensa.

Sanità, «più giusta e meno sprecona», per Maria Cristina Cantù, politiche energetiche per Paolo Arrigoni, «perché la Lega per prima ha lanciato l’allarme. Esattamente due anni fa. E ora i timori sono problemi concreti che vanno risolti».

Infine Valditara, docente e maître à penser del leghismo salviniano che segna le differenze tra il programma del Carroccio e quello del Pd «condizionato dagli ambientalisti sulle politiche energetiche, che sulla scuola vuole cancellare la formazione professionale regionale e che intende introdurre la patrimoniale».

La politica

In conferenza stampa non ci sono salviniani o giorgettiani. C’è la Lega, quella che sa di avere davanti una sfida cruciale e che attinge anche a slogan del passato. «Di grande attualità», dice Candiani indicando un manifesto di qualche anno fa che recita: “Lontani da Roma e vicini all’Europa”. «Vedete – continua – e poi ci dicono che siamo anti europeisti. Noi diciamo che c’è Europa ed Europa».

Non mancano i pilastri del federalismo, l’autonomia su scala regionale e la voglia (o la speranza, chissà) di tornare a essere “il sindacato del territorio”, «perché, anni fa – ha detto Bianchi – così è stato definito il nostro partito».