Ragazzi “difficili” e possibilità di rinascita: a Varese la mostra “Da solo non basto”

varese mostra ragazzi difficili

VARESE – Storie di infanzie difficili, fallimenti scolastici, cadute e tentativi di ripartenza, disillusioni di fronte a un mondo adulto che spesso sembra incapace di cogliere le domande che salgono dal cuore dei giovani. L’incontro imprevisto con alcune realtà educative apre però spiragli di luce e fa intravvedere una possibilità di valorizzare l’umano, in un cammino, difficile ma possibile, in cui ragazzi e adulti vanno insieme alla riscoperta dei propri valori e talenti. Da oggi, mercoledì 7 febbraio, a Varese è possibile visitare la mostra “Da solo non basto” ideata da tre realtà riconosciute a livello nazionale per l’impegno concreto e quotidiano a fianco dei giovani: Kayros (la comunità per ragazzi “difficili” fondata da don Claudio Burgio), Portofranco Italia e Piazza dei Mestieri.

Riprendere il filo della propria esistenza

La vicenda di questi ragazzi e ragazze è resa in forma poetica dai testi di Daniele Mencarelli (grande scrittore e poeta che in questi anni ha dimostrato di saper instaurare un feeling particolare con i giovani) ed è accompagnata dalle immagini dell’illustratore Giacomo Bettiol. Si potranno ammirare fino al 14 febbraio alla sala di Varese Vive in via San Francesco 26 da lunedì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, mentre al sabato e alla domenica dalle 10 alle 20 (orario continuato); è possibile anche prenotare visite serali (per gruppi).
Il percorso non tocca temi astratti ma si concentra sul racconto delle storie di ragazzi e ragazze arrivati al limite del dissolvimento della propria vita, i quali, incontrando persone ed educatori capaci di ascoltarli e di stare al loro fianco, a mano a mano, con fatica ma con tenacia, hanno ripreso il filo della propria esistenza, riportandola a una costruttività e positività prima sconosciute.
Il sottotitolo “In viaggio con i ragazzi di Kayros, Portofranco e Piazza dei Mestieri” sta proprio a indicare la compagnia, il camminare insieme con questi ragazzi che hanno dovuto scalare delle montagne esistenziali. Le parole dunque narrano di esperienze concrete, fatte con don Claudio Burgio nella comunità Kayros, o con gli insegnanti di Portofranco, o con gli educatori della Piazza dei Mestieri in grado di insegnare il gusto del lavoro e di dare la possibilità concreta di imparare a farlo.

Dare un senso all’agire e al proprio stare al mondo

Oltre ai pannelli, presentati in forma fumettistica (con un linguaggio ben noto ai giovani) è parte essenziale della mostra un video con le parole “in diretta” di alcuni ragazzi che in questo incontro hanno trovato la possibilità di una rinascita, di dare un senso all’agire e al proprio stare al mondo. Frequentando i luoghi in cui si sono finalmente sentiti “a casa” hanno visto accadere un cambiamento di vita che non si aspettavano e sono arrivati a percepire che l’altro è un valore, che ciascuno è importante, e che quindi “da solo non basto” come dice il titolo. Il messaggio qui contenuto dunque si amplia, diventando una testimonianza preziosa per qualunque età e stagione della vita.
Alcune realtà varesine hanno accettato questa sfida, portando nella nostra città la mostra, con il desiderio di valorizzare le esperienze educative già da tempo esistenti nel nostro territorio. E hanno deciso di farlo insieme, perché l’idea forte che “da solo non basto” significa anche mettere in rete con gli altri la passione per l’umano e le competenze educative necessarie. L’iniziativa è stata realizzata da Persone e Città, “Agorà Comunità Educante – Educational Team”, Ballafon, Decanato di Varese, Centro Culturale Kolbe, Happiness, La Casa di Paolo e Portofranco Varese.
Tutti gli organizzatori vogliono rendere sempre più presente a Varese lo stesso “cuore”, lo stesso approccio che viene evidenziato nella mostra: vogliono raccoglierne il testimone, ascoltando e accompagnando i giovani nelle difficoltà di crescere, di realizzare se stessi, di dare un senso vero alla propria vita. A conclusione della settimana di mostra, che gode del patrocinio del Comune e della Provincia di Varese, ci sarà un’importante serata di incontro e dialogo con don Claudio Burgio, che si terrà venerdì 16 febbraio alle 21 al Salone Estense. L’incontro sarà condotto dal giornalista e scrittore Giorgio Paolucci.

Vite che tornano a rifiorire

«Questa mostra racconta di vite che, grazie ad alcuni incontri, tornano a rifiorire; e non c’è cosa più bella di questa. A Varese in tanti si stanno mettendo a disposizione per rendere possibile questa esperienza, con forme diverse, ciascuno con la sua specificità e il suo talento» (Enrico Angelini, Persone e Città).

«Ogni uomo nasce per un destino buono: noi di Ballafon accogliamo richiedenti asilo e minori non accompagnati perché possano scoprire e realizzare questo destino» (Luca Dal Ben, direttore generale cooperativa Ballafon).

«Come nella mostra, anche nella nostra esperienza è evidente che il cuore della nostra attività è dare voce ai ragazzi e alle loro domande. Noi adulti impariamo da loro, accompagnandoli nell’affrontare il loro bisogno più immediato che è quello dello studio» (Graziella Leoncini, responsabile Portofranco Varese).

«Con Cooperativa Educational Team, nasce Agorà Comunità educante perché adulti, appassionati ed educati a educare ascoltino i ragazzi trasmettendo loro semi di speranza, amicizia, amore, affinché scoprano, nell’incontro, il senso della propria vita, il loro valore e i talenti nascosti. Nessun errore può definire la loro vita e dunque Comunità educante vuole creare luoghi significativi di incontro, come è accaduto ai ragazzi della mostra. Per questo invitiamo tutti a vedere queste esperienze viventi» (Patrizia Bianchi, presidente Educational Team).

«Una mostra che mira a toccarci intimamente. Sono i nostri ragazzi che ci parlano e la mostra itinerante ne fa riecheggiare il grido perché essa possa incontrare adulti disposti ad ascoltarlo ed accompagnarlo. Perché nessuno resti “trasparente”» (Emanuela Balzaretti, Piazze dei Mestieri).

«Ciò che ci convince della mostra è uno sguardo irriducibilmente positivo sui giovani. Non ci sono “problemi” da risolvere ma persone che stanno cercando una strada oppure l’hanno smarrita e che vengono incontrate ed accompagnate. È un richiamo agli adulti e alle istituzioni ad abbracciare con sguardo positivo e teso al bene tutte le situazioni. Questo lavoro educativo, che molte realtà svolgono sul nostro territorio, ha una valenza culturale enorme e spesso dimenticata» (Nicola Sabatini, presidente Centro Culturale Kolbe).

«Ciò che accomuna il lavoro di Happiness alla mostra è provare a dare uno sguardo di bene a ragazzi spesso invisibili» (Filippo Maroni, responsabile Happiness).

varese mostra ragazzi difficili – MALPENSA24