Varese, processo Aspem Reti: contro Calemme la parte civile chiama Caianiello

caianiello

VARESE – Cadute le accuse di concussione e corruzione a carico di Ciro Calemme, ex amministratore unico di Aspem Reti, va avanti il processo per “abuso d’ufficio”, “turbata libertà di scelta del contraente” e “truffa” per alcuni lavori di manutenzione del Lido della Schiranna avvenuti a Varese oramai diversi anni fa. Con Calemme al banco altri due imputati.

Nino il superteste

Oggi, giovedì 9 febbraio, chiamato dalla parte civile rappresentata dall’avvocato Marco Lacchin, avrebbe dovuto testimoniare davanti ai giudici de Tribunale di Varese Nino Caianiello, il mullah, ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese, arrestato nel 2019 in seno all’inchiesta Mensa dei poveri. Caianiello, all’epoca dei fatti, era il “capo” di Calemme. Nessuno in provincia di Varese potrebbe dire il contrario tali erano, alla luce del sole, i rapporti tra i due.

Caianiello in aula a marzo

L’indagine partì dopo la segnalazione presentata in procura a Varese dall’allora (e anche attuale) sindaco di Varese Davide Galimberti. Secondo l’accusa per quei lavori di manutenzione, per i quali la legge prevede una gara d’appalto che secondo la procura vennero invece “spacchettati” in più lotti ed eseguiti sempre alla stessa ditta. Caianiello avrebbe dovuto essere sentito oggi. Troppo corposo l’elenco testi. Il suo esame è stato rinviato al 23 marzo. Caianiello, dopo l’arresto e il patteggiamento a 4 anni e 10 mesi per i fatti della mensa dei poveri, ha più volte dichiarato di non voler mai più scendere in politica.

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