Varese, caso Report: Giorgetti parte civile nel processo per diffamazione

VARESE – Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è parte civile nel processo per diffamazione in cui sono imputati i giornalisti di Report Sigfrido Ranucci e Giorgio Mottola.

I servizi televisivi

La vicenda è nota, ma la procedura per la costituzione di parte civile è stata ufficializzata nella giornata di oggi, lunedì 29 gennaio, davanti al giudice del Tribunale di Varese incaricato di esprimersi sui fatti, relativi a due servizi televisivi del programma di inchiesta della Rai, datati ottobre 2020, in cui il ministro (che all’epoca era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) sarebbe stato danneggiato a livello d’immagine per l’accostamento a nomine e favori tra amici e colleghi di partito, “a discapito del pubblico interesse”.

Le altre parti civili

Nel procedimento, scaturito dall’unificazione di tre diversi fascicoli, figurano anche i nomi dell’avvocato varesino Andrea Mascetti, e della moglie e della cognata dell’attuale ministro, che completano l’elenco delle parti civili – rappresentate dall’avvocato Monica Alberti – e che a loro volta vengono citati nei servizi di Report finiti sotto accusa.

I punti della difesa

L’inizio del dibattimento, con il passaggio alle testimonianze che serviranno alle parti per ricostruire nei dettagli la vicenda, è però ancora lontano. Il giudice deve prima pronunciarsi su due questioni procedurali sollevate dalla difesa (rappresentata dall’avvocato Mario Casellato, sostituito oggi in aula da un collega di studio).

Si tratta dell’effettiva competenza del Tribunale di Varese (visto che è a Roma che è stata messa in atto la condotta contestata agli odierni imputati) e di un difetto di querela in merito alla posizione della moglie e della cognata del ministro Giorgetti, alle quali si riferisce un servizio di Report dedicato in parte al loro pony club Le Bettole, nominato in relazione ad un presunto conflitto d’interessi per via degli spazi dell’ippodromo di Varese ottenuti in gestione. In sintesi la difesa sostiene che la querela sarebbe stata presentata da un soggetto che non aveva i poteri per farlo. E dunque non sarebbe valida.

Vista la tecnicità degli argomenti, il giudice ha disposto un rinvio per consentire alle parti di confrontarsi in modo adeguato. Si tornerà in aula a fine febbraio.

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