A Varese un posto del cuore per la musica indie: l’inaugurazione del TuMiTurbi

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VARESE – «Questa sera in sala non ci si poteva muovere: il bilancio dell’inaugurazione del TuMiTurbi è più che positivo». Con queste parole il direttore artistico Fabrizio Peccerillo ha commentato ieri, sabato 16 aprile, l’apertura, con una nuova veste e identità, del locale una volta noto come Twiggy, premiata da un folta affluenza, con ampia folla anche all’esterno e la fila per la cassa che si snodava tra gli ambienti interni. Il cammino per ottenere questo risultato «è stato molto lungo ed estremamente faticoso, più volte abbiamo pensato che non ce l’avremmo fatta. Ma alla fine ci siamo riusciti, con la consapevolezza che resta ancora tanto da fare. Sono felicissimo».

Fabrizio Peccerillo

«Ora o mai più»

Insieme a Peccerillo, che segue le attività di promozione, ad aver preso in mano la gestione della struttura di via de Cristoforis, ci sono altri tre soci: la titolare Elena Coggi e Carlo Pozzi, che si occupano rispettivamente della sala e della cucina, e il barman Domenico Reto. «Una decisione a cui pensavamo ormai da diversi anni: l’idea era di entrare in società con il Twiggy ma poi le cose sono andate diversamente», ha spiegato il trentenne di Varese, che per il debutto del TuMiTurbi esibisce sulla t-shirt l’immagine di un capodoglio stilizzato. «Per noi era il posto del cuore e volevamo avere un locale che fosse d’ispirazione sociale e artistica: qui in città non ce n’è uno. Perciò, una volta che ci siamo trovati orfani dell’attività aperta da Francesco Brezzi e Nicola Oldrini, abbiamo pensato che fosse il momento di agire, ora o mai più. Adesso abbiamo inaugurato il bar/ristorante, a settembre sarà il turno della sala concerti».

Kurt Cobain come simbolo

Come ha anticipato Peccerillo, che presto nel duo Life Like Low pubblicherà otto tracce di indietronica in italiano, la programmazione del TuMiTurbi sarà molto varia ma con l’attenzione rivolta esclusivamente alla musica originale. «Le proposte saranno ovviamente diversificate ma voglio mantenere alta la qualità. I generi spazieranno dal rock e dal pop all’indie – certamente non l’it-pop – senza dimenticare le nuove leve giovanili: quindi magari con un discorso più concentrato su hip hop, trap o altre forme di commistioni. Sono previsti anche degli omaggi ma mirati e particolari, no a tribute band; gli eventi comprenderanno teatro, arte e stand-up comedy». Il simbolo del locale di Biumo è Kurt Cobain: «Prima non l’avevamo mai rivelato a nessuno, ma è lui il trait d’union tra noi quattro. All’inizio avevamo pensato di chiamare il locale con il nome di una canzone dei Nirvana o dei Pearl Jam. Poi abbiamo cambiato idea ma abbiamo voluto mantenere l’immagine del nostro mito».

I pezzi più campionati e la scena indie varesina

Alla console si sono avvicendati come dj Simone “Waxlife” Lanza, The Bad & The Ugly, Francesco Italiano e Mr. Henry. E Vigor: «I dischi che ho scelto per questa serata vanno dagli anni Sessanta e Settanta fino ai primi Ottanta e per la maggior parte appartengono alla black music e al rock», ha raccontato il fondatore del gruppo rap OTR che giovedì 14 ha pubblicato il nuovo album “Splendente”. «Molti di questi pezzi sono dei veri e propri classici che sono stati campionati più volte per i dischi hip hop e dance, non solo a livello di batteria ma anche vocale. In pratica è come se i brani fossero le lettere di un vocabolario: sono andati poi a comporre l’ossatura di tanta musica a seguire».
Enrico Mangione, musicista, fonico, produttore e titolare del “Laboratorio di Sperimentazione Sonora Nitön” di Barasso, ha invece presentato un dj set basato sugli artisti indie e underground di Varese degli ultimi vent’anni: «Bartòk, Midwest, Ropes of Sand, Encode, Freelance Co., Downlouders, Angelo “Leadbelly” Rossi, Unsense e Hot Complotto: mi fa piacere mantenere un legame con il locale che è l’ex Twiggy e ciò che ha rappresentato qui per il mondo delle sette note», ha ricordato Mr. Henry. «Ho anche selezionato una serie di canzoni a cui ha partecipato Andrea Cajelli, musicista che è stato un punto di riferimento per l’intera scena: questa sera lo schiocco del capodoglio si sente a chilometri di distanza».

Dj Vigor
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