Spaccio nei boschi: ancora un arresto nel Luinese. In manette pusher marocchino

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LUINO – Ennesimo pusher dei boschi arrestato dai carabinieri della compagnia di Luino. L’uomo, 30 anni, di origini marocchine, risponde di detenzione ai fini di spaccio, porto abusivo di oggetti atti ad offendere e resistenza a pubblico ufficiale.

Disposto il carcere

Il Gip del Tribunale di Varese Giuseppe Battarino ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere sussistendo sia il pericolo di fuga – l’uomo è senza fissa dimora – che quello della reiterazione del reato. I militari hanno intercettato il 30enne tra i boschi dell’Alto Varesotto diventati (come purtroppo tutti quelli della provincia da Nord a Sud) teatro di un gran giro di vendita di stupefacenti.

Armi e droga

Settimana scorsa gli stessi militari di Luino avevano arrestato altri due spacciatori nella zona di Brenta. Anche loro nordafricani, sorpresi dagli uomini dell’Arma a “servire” l’ennesimo cliente. Nell’occasione i carabinieri avevano sequestrato anche un revolver Taurus a tamburo con dentro 6 colpi calibro 38 special, un falcetto e due coltelli a serramanico.

Fantasmi tra i boschi

Armi che i pusher usano anche per difendersi da eventuali aggressioni non soltanto da parte di rivali ma anche di clienti. Il giro di spaccio tra i boschi è gestito da nordafricani. In particolare marocchini e tunisini. Sono praticamente fantasmi: nessuna residenza, nessun radicamento con il territorio. In altri casi gli inquirenti non sono riusciti ad accertare nemmeno come siano arrivati in Italia. La maggior parte arriva proprio per spacciare.

Vedette e clienti

Il sistema è molto ben organizzato: i “capi” stanno in bivacchi posti al centro della boscaglia, la zona più sicura e irraggiungibile, mentre il perimetro dell’area è sorvegliato da vedette, quasi tutte italiane, che allertano gli spacciatori di un eventuale arrivo delle forze di polizia finendo per essere ricompensati con dosi di stupefacente.

I pusher passano anche settimane all’interno del bosco. Gli ordini arrivano telefonicamente: dal bosco si esce solo per consegnare la droga e ritirare i soldi. Pochi secondi. Stupefacente e armi restano in mezzo al verde, sempre a disposizione. Uno spacciatore di media importanza arriva a guadagnare anche 1.800 euro al mese.

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