VISTO&RIVISTO L’estetica al servizio dei sentimenti e delle emozioni

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di Andrea Minchella

VISTO

PAST LIVES, di Celine Song (Stati Uniti 2023, 106 min.).

Perfetto. Troppo, forse. Celine Song scrive e dirige il suo primo cortometraggio senza risparmiarsi, ma caricando l’opera di tutto il bagaglio artistico e visionario che fa parte della sua mente creativa. “Past Lives” è un’idea vincente, prima di tutto. È anche un progetto interessante ed esteticamente accattivante. È una costruzione architettonica fatta soprattutto di una maniacale ricostruzione scenica degna di un pittore rinascimentale. Ogni inquadratura viene studiata e realizzata come fosse un quadro da esporre al Moma di New York. Ogni luce, ogni ombra, ogni sequenza diventano un linguaggio perfettamente elaborato ed equilibrato che ci comunica in maniera plastica e diretta l’intensità di ciò che stiamo guardando sullo schermo. Questo è abbastanza per la giovane regista sud coreana naturalizzata canadese. La costruzione fotografica e le espressioni del corpo e del volto degli attori, infatti, sono la colonna portante di quest’opera quasi tutta recitata in coreano. La parte parlata, dopo tutto, assume un ruolo marginale in un racconto fatto soprattutto di sguardi e di colori. Questo è forse l’aspetto più originale del film che ci racconta di due vite che si sfiorano senza mai entrare davvero in contatto.

Un po’ autobiografico, la storia ruota attorno a Nora e Hae, due ragazzi che si conoscono fin da quando sono bambini nella loro Corea. La vita li separerà presto per poi rimetterli in contatto molti anni dopo quando Nora ormai vive a New York e Hae sta ancora terminando gli studi in Corea. Si perderanno di nuovo per ritrovarsi anni dopo proprio a New York, che ci viene restituita in una visuale inedita e sorprendente, dove Hae decide di raggiungere Nora per un chiarimento definitivo.

Dunque Song focalizza la sua storia sul destino, sulla crescita, sulle opportunità, e sull’incapacità, spesso, di prendere le decisioni che ci possono cambiare la vita. La regista riesce a costruire un racconto sussurrato e dolce in cui gli occhi dei protagonisti ci trasmettono emozioni forti e universali. I due ragazzi, che ci vengono descritti in tre diverse fasi delle loro vite, sono l’emblema dell’umanità gentile che fatica ad esprimere le proprie sensazioni, e che per questo motivo rischia di perdersi tanti momenti di felicità che rimangono inespressi nella mente per sempre. Come spesso le culture orientali ci insegnano, poi, la vita terrena che stiamo vivendo è solo una piccola parte di un’esistenza quasi universale in cui le nostre anime fanno dei cammini infiniti. Probabilmente i nostri incontri non sono casuali, ma frutto di vite precedenti che ci hanno legato a persone che ora sfioriamo soltanto. Suggestioni dolci e romantiche che Celine Song è in grado di cristallizzare con una capacità poetica molto pronunciata. E con una tecnica cinematografica di altissimo livello.

L’unica grande fragilità, forse, è il confronto acceso che Nora ha con il marito americano alla vigilia dell’arrivo in città di Hae. La sequenza, comunque ben realizzata, spegne la tensione emotiva fino a quel momento finemente costruita a favore di una più scontata e convenzionale discussione tra partner.

Per il resto “Past Lives” mi piace vederlo come una di quelle vetrine di negozi ben allestite per il periodo di natale, in cui ogni dettaglio viene studiato e contestualizzato con una sorta di scienza esatta del bello e dell’estetica pura. È piacevole assistere ad un film originale e inedito realizzato con uno stile in cui il bello, l’equilibrio e la proporzione diventano la grammatica necessaria e funzionale in grado di raccontare meglio una storia di emozioni e di sentimenti profondi. L’occhio vuole la sua parte, e Celine Song quella parte all’occhio dello spettatore riesce a darla in tutta la sua candida bellezza.

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RIVISTO

SLIDING DOORS, di Peter Howitt (Stati Uniti- Regno Unito 1998, 99 min.).

Un film discreto che fonda il suo successo sul mantra “e se…” che spesso inebria i cervelli di milioni di persone. Tutti, prima o poi, si chiedono cosa sarebbe successo se in un particolare momento della vita si fosse presa un’altra decisione rispetto a quella che effettivamente si è presa.

Se a questa domanda rispondi con una giovane e bellissima Gwyneth Paltrow ecco che “Sliding Doors” diventa uno dei film più di successo degli ultimi anni.

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