VISTO&RIVISTO Mad Men, antologia preziosa e sconcertante della società

minchella mad men

di Andrea Minchella

VISTO

MAD MEN, di Mattew Weiner (Stati Uniti 2007-2015, 47 min. X 92, Sky Atlantic).

Davvero un capolavoro. Inserito giustamente tra le prime dieci serie di sempre. Un viaggio negli abissi, nelle anime e nei costumi dell’America del “boom” economico del dopo guerra, dell’assassinio di Kennedy e dell’allunaggio del 1969. Un viaggio nelle contraddizioni e nelle certezze di un paese che si apprestava a dominare il mondo. Un viaggio nella psiche umana, debole, fragile e sempre in cerca di qualcuno, o qualcosa, da amare. “Mad Men” è un resoconto sincero e necessario degli usi e dei costumi del mondo contemporaneo. Uno stile di vita, quello americano, che lentamente è stato imposto a tutto l’Occidente.

L’ideatore, Mattew Weiner, usa il complesso mondo della pubblicità come prisma per proiettare nell’universo la continua trasformazione di una società sempre in cerca del benessere e di tutte le sue declinazioni. Il consumismo non è nulla senza la “Sterling&Cooper”. Il mondo, forse, secondo gli americani stessi, non sarebbe nulla senza l’America. Questa riflessione diventa colonna portante per un prodotto che ti incolla alla poltrona e ti fa sentire come un dipendente della famosa agenzia di pubblicità al centro della quale si muovono i personaggi eterogenei della serie. Weiner, già autore della leggendaria serie “I Soprano”, scolpisce una narrazione fluida e avvincente che risucchia e centrifuga emozioni, caratteri, sensazioni e desideri, come fosse una giostra metafisica in cui ciò che desideri diventa realtà.

Il centro della storia, oltre ad essere l’America e i suoi costumi, è sicuramente Don Draper, il pubblicitario ambizioso e affascinante che da venditore di pellicce diventa uno dei pubblicitari più influenti di New York. Draper, interpretato da un bravissimo e tridimensionale Jon Hamm (giustamente premiato per ben tre volte con un Emmy grazie alla sua eccellente interpretazione nella serie), è un uomo semplice che nasconde un segreto doloroso e compromettente. Il suo carattere è difficile da codificare ma le sue capacità sono indiscutibilmente tante e sufficienti per renderlo un personaggio fondamentale per la narrazione e per ogni avvenimento che accade dentro e fuori la storia. La metamorfosi dell’agenzia pubblicitaria, e della società americana, diventa lo specchio dei cambiamenti che il personaggio Draper vive, puntata dopo puntata, durante tutta l’evoluzione della trama.

Oltre a Don Draper, tra i molti personaggi, tutti essenziali e perfettamente tratteggiati, spicca certamente la “copywriter” Peggy Olson, interpretata da una Elizabeth Moss pronta ad esplodere, che da segretaria diventerà (America, terra delle opportunità) una pubblicitaria affermata e senza scrupoli. Anche la sua anima diventa uno specchio potente e necessario per rappresentare al meglio le debolezze e le paure dell’uomo messo davanti a scelte e opportunità sempre più difficili e complesse.

Il cast, capace e scelto con un’accuratezza che fa davvero paura, dà vita ad una vetrina di personaggi unica e fortemente legata allo svolgimento dell’intera vicenda. Ognuno di loro si incastra perfettamente alla vita dell’agenzia e agli eventi, che siano più leggeri o più drammatici, al centro di ogni episodio.

“Mad Men”, dunque, è un prodotto di altissima qualità perché ogni aspetto è stato elaborato con cura ed intelligenza. La sceneggiatura è fluida e densa come dovrebbe essere. Il cast è all’altezza in tutta la sua omogenea formazione. La musica è un bellissimo viaggio tra le sonorità più evocative e mistiche del Jazz, del Rithm‘ n Blues, del Rock e della Lirica di quegli anni, che rende ancora più affascinante l’esperienza di gustarsi le 7 stagioni che Weiner ha deciso di realizzare.

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RIVISTO

HOUSE OF CARDS, di Beau Willimon (Stati Uniti 2013-2018, 45/55 min. X 73, Sky Atlantic).

Preveggente. Angosciante. Cinico. Diabolico. Bugiardo. Ambizioso. Pronto a tutto. Kevin Spacey, alias Frank Underwood, è il peggior politico che si possa incontrare sul proprio cammino. O forse no. La Casa Bianca come il campo di battaglia più sanguinante e straziante che esista al mondo. Una serie, questa, che senza indugi cerca di cristallizzare la complessità e la malvagità che spesso caratterizzano i grandi personaggi politici e le loro vite. Un racconto sincero che, probabilmente, è ancora lontano da ciò che realmente accade nei palazzi del potere.

Da rivedere perché i fatti che racconta sono, da quando esiste l’uomo sulla terra, sempre gli stessi e si ripetono ciclicamente, senza che nessuno, però, impari qualcosa di buono per il futuro. Questa è la Politica, bellezza.

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