Mostra di Italo Balbo, Volandia: «Critiche pretestuose»

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MALPENSA – «Senza dimenticare le sue responsabilità, noi oggi riconosciamo e rammentiamo i suoi meriti». Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, prende in prestito le parole pronunciate dal senatore Pd Massimo Brutti nel 1996 da sottosegretario alla Difesa all’inaugurazione del busto del gerarca fascista a Palazzo dell’Aeronautica a Roma. Le utilizza per rispondere alle critiche sollevate dal mondo del centrosinistra sommese per la decisione del Parco e museo del volo di inaugurare il prossimo 15 dicembre una monografica dedicata a uno dei personaggi di spicco del Ventennio in occasione dei 90 anni della Transvolata oceanica di cui è stato l’indiscusso protagonista.

Sono amareggiato 

«Sono amareggiato perché vengo da una famiglia che ha le radici ben salde nella democrazia», dice Reguzzoni. Proprio per questo motivo, il discorso integrale di Brutti sarà uno dei pannelli della mostra in fase di allestimento a Volandia. Reguzzoni parla di «critiche pretestuose» e ricorda inoltre a chi ha accostato l’evento museale al ricordo organizzato dagli Scout di Busto di don Giovanni Minzoni (Balbo viene considerato il mandato del suo omicidio) che gli assassini del sacerdote «vennero condannati nel 1946 e poi rilasciati per l’entrata in vigore dell’amnistia Togliatti». 

Il discorso di Brutti 

Di seguito il discorso integrale di Massimo Brutti:

Italo Balbo può considerarsi tra le figure più eminenti di questa comunità: uno dei fondatori dell’Arma azzurra. Egli non fu soltanto un comandante militare, ma anche un capo politico, partecipe di quel movimento illiberale e antidemocratico che era il fascismo. Siamo ben consapevoli delle responsabilità che egli ebbe, al pari di altri uomini della sua stessa parte, nella distruzione delle libertà politiche, durante anni laceranti e tormentati, come quelli del primo dopoguerra. Fu migliore di altri, tanto che si oppose recisamente alla barbarie delle leggi razziali. Senza dimenticare quelle responsabilità, noi oggi riconosciamo e rammentiamo i suoi meriti. Celebriamo il suo coraggio di aviatore, la sua azione pionieristica che mise in luce le grandi capacità e il livello tecnico raggiunto già alla fine degli anni venti dalle squadre dei velivoli che attraversavano l’oceano. Inoltre, ricordiamo la lucidità con la quale egli teorizzò la funzione dell’aeronautica militare moderna, del tutto irriducibile alle esperienze militari del passato, di terra e di mare.

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