Voto ritardato sul bilancio consolidato, a Legnano maggioranza e opposizioni ai ferri corti

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LEGNANO – Non si placano a Legnano le polemiche tra la maggioranza di centrosinistra e le opposizioni sulle modalità di approvazione del bilancio consolidato per il 2022 e degli enti partecipati dal Comune. Approvazione che martedì scorso, 10 ottobre, è avvenuta in un consiglio comunale semideserto per l’abbandono ad opera dei consiglieri di minoranza.

«Appena due ore prima – ricorda Francesco Toia, capogruppo della lista Toia Sindaco – è stata convocata una commissione del tutto inutile per esaminare un atto già approvato. È durata meno di cinque minuti ma ha comunque comportato il gettone di presenza per i partecipanti: un danno erariale, oltre che uno spreco di tempo, a cui non abbiamo voluto prestarci, disertandola». Poi, in serata, il copione si è ripetuto: minoranze fuori dall’aula e voto-lampo in quello che si è ridotto a un mero atto formale. E sì che il sindaco Lorenzo Radice in persona (nella foto in alto), nel precedente consiglio comunale, aveva fatto uscire dall’aula i consiglieri di maggioranza proprio per far rimandare il voto sul bilancio consolidato, con l’intento dichiarato di dare il tempo richiesto dalle minoranze per esaminare un documento così lungo e composito.

«Violata la legge»

I gruppi di opposizione (tranne il misto) hanno riassunto i motivi del loro abbandono dei lavori in una lettera inviata nei giorni scorsi al prefetto, accusando la maggioranza di aver violato il Testo unico degli enti locali per non aver rispettato il termine del 30 settembre per approvare il documento all’ordine del giorno. «In sede di riunione dei capigruppo, il 2 ottobre – ricostruiscono nella lettera al prefetto i consiglieri di Lega, Toia Sindaco, Fdi, Fi e Movimento dei Cittadini – abbiamo chiesto alla segretaria generale Sandra D’Agostino di segnalare questa grave inadempienza che genera significativi e inutili costi e, seppure di modeste dimensioni, un danno erariale.

«Sempre in sede di riunione dei capigruppo, ma in data 11 settembre, in preparazione dell’odg del consiglio comunale del 28 abbiamo chiesto di poter disporre del tempo necessario per esaminare l’ampia documentazione relativa alle ben 10 società partecipate. Questo perché la menzionata documentazione è stata trasmessa in ritardo e in modo incompleto. Tant’è che solo il giorno di convocazione del consiglio (28 settembre) è pervenuta la relazione dei revisori dei conti. La maggioranza ha respinto ogni nostra richiesta di breve dilazione, anche nel rispetto del termine previsto del 30 settembre. Durante il consiglio comunale del 28 i consiglieri di minoranza tutti, per protesta, dal momento che non erano stati posti nelle condizioni di adempiere seriamente e consapevolmente ai propri doveri per mancanza della documentazione, hanno abbandonato l’aula invitando la maggioranza a votare autonomamente la delibera di bilancio consolidato.

«Una volta rientrati in aula per proseguire la discussione dei restanti punti calendarizzati, il sindaco Radice ha invitato i consiglieri di maggioranza ad abbandonare la seduta così da far venire meno il numero legale. Il consiglio è stato dunque sospeso e la delibera di bilancio consolidato non è stata approvata nel termine previsto dall’art. 151 del Tuel. Per questa ragione si è reso necessario convocare una nuova riunione di capigruppo e individuare una nuova data per un consiglio comunale ad hoc, fissato per il 10 ottobre. Ciò ha comportato ulteriori spese». Sulla base di ciò, i citati gruppi di minoranza pregano il prefetto di prendere atto di quanto sopra descritto e di intervenire nei limiti delle sue competenze.

«Provocazioni per distogliere l’attenzione dal Pgt»

La commissione e il consiglio dell’altra sera non hanno fatto altro che alimentare il dissidio tra le parti. Ancora ieri, mercoledì, il consigliere civico Franco Brumana ha rivolto alla maggioranza pesanti critiche, parlando di «mistificazione e provocazione per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dall’imbarazzante Pgt».

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