Governatori leghisti al top, autonomia al palo

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Se i sondaggi hanno un fondo di verità quello proposto dal Sole 24 Ore nell’edizione di oggi, lunedì 8 aprile, conferma l’ottima salute della Lega di Matteo Salvini. Lo conferma in modo indiretto, proponendo la classifica di popolarità e gradimento dei presidenti di Regione. In cima svetta Luca Zaia, governatore del Veneto. Sul podio, accanto a lui al secondo e terzo posto, vi sono i presidenti di Friuli Venezia Giulia e Lombardia, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana. Un successo che per Zaia è avvalorato da un incremento dell’11 per cento rispetto alle elezioni del 2015: per dirla in termini numerici, il 62 per cento dei veneti apprezza la sua azione amministrativa e politica, che per Fedriga si ferma al 51,1 per cento e per Fontana al 49,2. Ciò significa che se si votasse oggi per il rinnovo degli esecutivi regionali, i tre sarebbero rieletti senza problemi (vince chi ottiene un voto in più degli avversari).

I risultati dell’indagine pubblicata dal Sole rappresentano una sorta di anticipazione di quanto potrebbe accadere con le Europee di fine maggio a urne chiuse, cioè con la Lega primo partito. Vero che il Movimento 5 Stelle non ha mai ottenuto presidenze di Regioni, e quindi non compare nella classifica dei governatori; vero però che il dominio leghista è nella fattispecie incontrastato.

Per il centrosinistra, Stefano Bonaccini, a capo dell’Emilia Romagna, è al sesto posto, primo tra i governatori del Pd, seguito da Enrico Rossi (Toscana) e, attenzione, da Giovanni Toti, governatore Ligure critico con il suo gruppo di riferimento, Forza Italia. Al nono e decimo posto altri due esponenti del Pd, Nicola Zingaretti (Lazio) e Michele Emiliano (Puglia).

Insomma, il segnale per il voto europeo è inequivocabile. Fermo restando ciò che potrebbe accadere al governo da qui al 26 maggio. Lo strapotere dei governatori leghisti afferma anche un’altra cosa: che l’autonomia regionale, invocata soprattutto da Veneto e Lombardia, è una partita che va risolta, possibilmente subito. Il gradimento espresso dai cittadini per i portabandiera salviniani rappresenta infatti un’altra conferma: la gente vuole che sia attuato il cosiddetto federalismo differenziato, impantanato nei meandri romani, bloccato da ostacoli politici di origine pentastellata.

Il processo autonomista è in ballo da parecchi mesi: già prossimo a uno sbocco in sede ministeriale si è poi fermato. Fino a quando? Salvini sa perfettamente che non può deludere i suoi elettori su questo versante. Soprattutto non può vanificare l’impegno sinora profuso dai suoi “colonnelli” regionali e le promesse spese proprio in funzione dell’autonomia. Ma nel Governo non c’è accordo. E tra un mese e mezzo o poco più si vota. Necessario per la Lega rassicurare l’elettorato del Nord entro quella scadenza. Con l’elettorato occorre sostenere senza se e senza ma i governatori che attorno all’autonomia giocano gran parte della loro attuale e indiscussa credibilità.

Zaia fontana regioni autonomia – MALPENSA24