![taldone, zappamiglio e longhini](https://www.malpensa24.it/wp-content/uploads/2023/05/taldone-zappamiglio-e-longhini.jpg)
VARESE – Ha sorpreso un po’ tutti tanto che qualcuno immaginava si trattasse di uno tsunami pronto a cambiare i connotati anche dei vertici locali del partito. Poi invece, il ricovero in ospedale del capo supremo Silvio Berlusconi, a seguire la grande manifestazione (i preparativi più che altro) che si terrà a Milano nel prossimo fine settimana e le imminenti elezioni amministrative hanno suggerito di rallentare. Insomma, i cambi in alcuni posti chiave del partito avvenuti a livello nazionale e regionale (Alessandro Sorte il nuovo coordinatore regionale) non si sono ancora riverberati sui circoli provinciali. «Ma accadrà a breve», racconta qualche voce ben informata.
Che fine ha fatto il partito?
Il Varesotto non è più l’Eldorado forzista. Qui, dove un tempo il partito di Silvio mieteva consensi come in nessun altra parte d’Italia, oggi per lo più latita. E dove è presente lo è in maniera flebile. Tempi grami, insomma, poiché se proprio vogliamo guardare non c’è nemmeno un commissario vero e proprio.
Una storia quella degli ultimi anni segnata più che da gioie da dolori: l’emorragia di voti e di militanti; i risultati elettorali ai minimi storici seppur con qualche eccezione, le promesse fatte agli azzurri dagli alleati e puntualmente stracciate senza dire (a volte) nemmeno “beh”. Visto da fuori si potrebbe dire che tira aria di disarmo o quanto meno di silenzio per vedere quale inattesa piega prendano gli eventi.
Il tris di candidati
Vista, anzi raccontata da dentro, invece si potrebbe esclamare: “Eppur si muove”. Nel senso che ci si prepara all’ennesima nomina di un commissario che, seppur non eletto (ma è così che accade ormai dal 2012 a oggi, se si esclude il congresso a Villa Montevecchio di Samarate il 7 maggio 2019), avrà per lo meno pieni poteri. Certo non c’è la folla per ottenere quei gradi e i nomi in lizza, in questo momento e salvo sorprese, si riducono a tre.
Quali? Giuseppe Taldone di default. Nel senso che è il vice commissario (ora facente funzione) e che, a fianco di Giacomo Caliendo prima e in solitaria ora, ha retto il partito “post Mensa dei poveri”. Qualche ambizione la nutre anche Simone Longhini, area laica (come Taldone del resto), doppio consigliere (comunale a Varese e provinciale) e fedele al “signor sì”, nel senso che quando il partito chiama lui risponde. Non è un caso che dalle ultime amministrative a oggi si è sciroppato tre campagne elettorali consecutive (comunali, politiche e regionali).
Infine c’è Pietro Zappamiglio, mister preferenze alle ultime regionali, sindaco di Gorla Maggiore dove è stato eletto con percentuali plebiscitarie e uomo che, a fari spenti, ha saputo tessere una rete di relazioni anche fuori il partito (area moderata cattolica). Soprattutto in Valle Olona e Busto Arsizio, ma anche in zona Città Giardino, Zappamiglio è apprezzato e indicato come la persona che potrebbe prendere in mano le redini di Forza Italia.