Zingale pronto a parlare, Comi vuole un confronto con i suoi accusatori

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MILANO – L’ex dg di Afol Metropolitana rinuncia al Riesame e chiederà di essere interrogato dai pm. L’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi vuole un confronto con gli indagati che la accusano. Le vicende di Zingale e Comi si intrecciano in seno alla maxi inchiesta Mensa dei poveri che il 7 maggio scorso ha portato all’esecuzione di 43 misure di custodia cautelare portando in carcere l’ex plenipotenziario di Forza Italia a Varese e presunto burattinaio di un sistema di corruzione e nomine truccate Nino Cainaiello. Zingale compariva nel novero degli indagati già a maggio con una posizione sfumata.

La difesa: violati i diritti di Comi

Lara Comi fu indagata qualche settimana più tardi e arrestata, insieme a Zingale, lo scorso 14 novembre. Ieri, lunedì 25 novembre, Zingale, difeso dall’avvocato Francesca Cramis avrebbe dovuto affrontare il tribunale del Riesame chiedendo al scarcerazione. «Abbiamo rinunciato – spiega brevemente Cramis – Chiedere nei prossimi giorni di essere sentiti dal pm». La difesa di Comi, che a sua volta ha depositato la richiesta di tornare in libertà (è ai domiciliari, mentre Zingale è in carcere)  ha per contro depositato oggi, martedì 26 novembre, alla Procura di Milano una richiesta di confronto tra la sua assistita e l’ex coordinatore regionale dei Fi Nino Caianiello, Maria Teresa Bergamaschi e il suo ex addetto stampa. E’ scritto, in una nota, con cui il difensore Gian Piero Biancolella contesta gli interrogatori dei tre coindagati disposti dai pm per trovare i riscontri a quanto dichiarato la scorsa settimana dalla ex parlamentare europea azzurra al gip. «Anticipare alla fase cautelare la richiesta di chiarimenti che dovrebbe fornire Bergamaschi – spiega il legale -, a seguito di discrasie o contraddizioni fatte emergere da Lara Comi, con un nuovo loro interrogatorio e non procedendo con un confronto, peraltro prima che si pronunci il Tribunale del Riesame, costituisce una violazione dei diritti dell’indagata. Gli accertamenti su dichiarazioni contrastanti sono un tipico mezzo di prova della fase di giudizio di merito, che il nostro Legislatore ha previsto avvengano in contraddittorio tra le parti e con la presenza dei rispettivi difensori, anche, se non soprattutto, a tutela dei diritti di difesa di chi e’ oggetto di dichiarazioni accusatorie».

Comi e Zingale destini incrociati

Lara Comi risponde di tre vicende. La prima riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure, da parte di Afol e, in particolare, dal dg Zingale, «Dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale». L’esponente di FI è accusata anche di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31 mila euro dall’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento sarebbe stato effettuato in vista delle ultime elezioni europee e per una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web dal titolo “Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffe’”. Nel terzo episodio (truffa aggravata al Parlamento europeo) è coinvolto anche un giornalista, che collaborava con Comi come addetto stampa, con compenso di mille euro al mese, rimborsati dall’Europarlamento. Interrogato dai pm ha dichiarato di avere ricevuto un aumento a tremila euro, con l’obbligo di restituirne duemila a FI per pagare le spese della sede che Comi non pagava.

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