Negati dall’ATS i tamponi Coronavirus alla RSA Sant’Erasmo di Legnano

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LEGNANO – L’ATS non ha accolto la richiesta della RSA Sant’Erasmo di Legnano dei tamponi per verificare il contagio fra gli ospiti (125) e i dipendenti (un centinaio) dopo che sono risultate positive due operatrici e una paziente, poi deceduta. Nella tarda serata di lunedì 9 marzo è pervenuta la risposta dell’ATS alle reiterate richieste formulate nei giorni scorsi dalla direzione della Fondazione Sant’Erasmo e ribadite ieri in videoconferenza dal direttore generale Livio Frigoli e dal direttore sanitario Roberto Busnelli. Dai contatti avviati nel pomeriggio di ieri, era stato chiesto di effettuare verifiche quantomeno su ospiti e operatori sintomatici, cioè con temperatura maggiore di 38°. Ma anche per queste persone la risposta pervenuta è stata di segno negativo.

«Non possiamo supportarvi nell’effettuare i tamponi»

Questa la lettera ricevuta dalla RSA:  Di seguito il testo integrale della comunicazione:

“Gent.mo Dr. Frigoli,

A seguito del contatto telefonico odierno intercorso, mi sono interfacciata con i colleghi del dipartimento di prevenzione, per la problematica dell’attuazione dei tamponi ad ospiti ed operatori sintomatici con febbre > 38°, ma purtroppo mi spiace doverle dire che ATS non può supportarla nell’effettuazione dei tamponi.

Posso comunicarle altresì che la …. UOC Medicina Preventiva nelle Comunità – Malattie Infettive, resta a disposizione qualora possa ritenersi utile un confronto con il vostro medico competente o con il responsabile medico della RSA.

Ci aggiorniamo per la situazione.”

La comunicazione è sottoscritta dalla dirigente responsabile delle unità di vigilanza e controllo strutture sociosanitarie Milano Ovest. Nelle prossime ore, la Fondazione comunica che deciderà sulle nuove iniziative da assumere a tutela degli ospiti e degli operatori.

Brumana: «È tempo si solidarietà civica»

Sull’emergenza in corso Franco Brumana, candidato sindaco di Legnano del Movimento dei cittadini, sollecita il commissario prefettizio, Cristiana Cirelli, a prendere altre iniziative quali «attivarsi perché il Comune faccia fronte ai nuovi bisogni provocati anche dalle misure restrittive in atto, partendo dalla indispensabile conoscenza di queste necessità, che potrebbe essere acquisita con una raccolta di informazioni capillari da richiedere con i mezzi più opportuni e, se del caso, anche con la distribuzione porta a porta di volantini» e «promuovendo una rete di solidarietà coordinata dal Comune per dare una mano a chi si trova isolato perché in quarantena o non dovrebbe uscire da casa». Verrebbero così assicurati servizi quali la consegna a domicilio della spesa alimentare, di giornali, libri o altri beni: a questo scopo, potrebbe essere anche richiesta la collaborazione dei commercianti. Brumana propone inoltre sostegno psicologico da soddisfare con servizi adeguati, di assicurare aiuti alle associazioni di volontariato impegnate nell’assistenza e di posticipare «per quanto possibile» i pagamenti delle tariffe, dei canoni e delle imposte locali.

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