“Stop ospedale unico”, a sinistra un nuovo comitato per un No «politico»

BUSTO ARSIZIO/GALLARATE – «Non bastano le osservazioni alla VAS, serve un giudizio politico esplicito contro l’ospedale unico. È ora di passare alla battaglia politica chiara e forte, senza ipocrisie né compromessi». A chiederlo sono le forze costituenti del nuovo comitato “Stop ospedale unico”: PCI di Gallarate, Busto Arsizio e la federazione provinciale di Varese, indipendenti di sinistra di LSC e Comitato antifascista di Busto, mentre all’ultimo momento si è tirata indietro Rifondazione Comunista. Un nuovo soggetto che si propone di «creare un movimento il più possibile esteso e largo» che si batta contro il nuovo polo ospedaliero e per il mantenimento delle due attuali strutture.

Il comitato

«Questo è un comitato politico, che dice No all’ospedale unico e che si batte per tutelare la sanità pubblica contro la privatizzazione – fa sapere Giuseppe Maffioli, del PCI di Gallarate – l’obiettivo è mobilitare la popolazione, con iniziative e banchetti, per rivolgerci direttamente ai cittadini, che si sono stancati di questa politica». Il comitato è «aperto a tutte le organizzazioni politiche e della società civile che si riconoscono nel No all’ospedale unico. Non deve essere realizzato e tutte le risorse vanno destinate alla riqualificazione dei due ospedali esistenti». Insomma, sarà lotta dura.

La prima iniziativa

Si partirà con una raccolta firme, con l’obiettivo di «portare la questione in piazza, in strada, tra i cittadini e i lavoratori ospedalieri», come spiega Elis Ferracini, del PCI di Busto Arsizio. «Chiederemo la firma non come delega ma come impegno, perché le elezioni hanno mostrato la disaffezione dei cittadini rispetto alle narrazioni farlocche, come quella sul degrado dei due ospedali, che non è un destino ineluttabile. Perché non càpita che due strutture vengano abbandonate a se stesse in questo modo».

«Da noi nessuna ipocrisia»

«Diciamo no all’ospedale unico dal 2016, senza ipocrisie – tuona Osvaldo Bossi, del PCI di Gallarate – il dramma dello smantellamento dei due ospedali è sotto gli occhi di tutti ed è avvenuto nel silenzio del sindacato e nell’indifferenza di chi diceva di sostenere il no all’ospedale unico, ma poi ne fa un problema di dove è collocato». Una frecciata al centrosinistra, il cui candidato alle regionali Pierfrancesco Majorino «ha detto che l’ospedale unico è una bella cosa ma nel posto sbagliato – spiega Maffioli – d’altra parte tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale, con qualche distinguo, portano avanti questo progetto».

Lo «smantellamento»

«Goccia dopo goccia, con il fuggi fuggi di medici, infermieri e tecnici, i due ospedali sono al minimo storico, di fatto mandati “a ramengo” – la testimonianza politica ma anche professionale di Giuliano Troiani, del comitato Antifascista di Busto Arsizio, che ha lavorato per 32 anni all’ospedale di Gallarate – hanno smantellato tutte le eccellenze, l’ultima è l’urologia di Gallarate. Ma non si capisce perché Varese con 80mila abitanti ha, giustamente, due ospedali mentre Busto e Gallarate con 140mila ne dovrebbero avere uno solo, o perché ASST Sette Laghi, giustamente, ha sette ospedali, mentre ASST Valle Olona, quasi a parità di utenza, dovrebbe finire per averne solo tre. Anche l’esempio di Legnano non sta in piedi: lì hanno spostato un ospedale ma, giustamente, non hanno chiuso quello più vicino di Cuggiono». L’ospedale unico, dunque, non è la soluzione: «Avrà meno posti letto e il Pronto soccorso sarà nel caos» prevede Troiani. «Il rischio è di innescare sempre più la “guerra tra poveri”: già oggi i pazienti, che in Lombardia sono diventati utenti o clienti, se la prendono con gli operatori sanitari, che sono l’ultima ruota del carro».

busto gallarate stop ospedale unico – MALPENSA24